“Alba” di Arnita Filardi

Un frullare d’ali
mi desta
deboli raggi
filtrati tra oscure nubi
illuminano la stanza
mi affaccio
le margherite
aprono al sole
le corolle petalose
i giacinti profumano l’aria
le viole del pensiero
spuntano tra le foglie morte
gli occhi della madonna
colorano di azzurro
il prato
un merlo dal becco d’oro
gusta la tenera erba
una lepre col suo compagno
insegna ai leprotti
a saltare il canale
un fagiano
svolazza tra i frutteti
in cerca di cibo
un’elegante úpupa
fa passerella
sui tetti
esibendo con orgoglio
il suo raggiante toupet.
Il cielo grigio
si è fatto terso
lungo il canale è planato
uno stormo
di fenicotteri rosa ad abbeverarsi:
sostano, bevono, beccano,
si alzano in volo direzione Comacchio
è transumanza
meravigliosa natura
osservo
e taccio.