“Una lettera per noi” di Franco Arminio

UNA LETTERA PER NOI
di Franco Arminio
Siamo qui, non è sicurissimo, ma qualcosa ci porta a pensarlo, qualcuno ci ha dato un nome, fuori adesso vedo rami e poi case e nuvole nel cielo. Siamo molto soli nonostante che ci stiano insegnando di essere granelli della stessa polvere, frammenti della stessa luce. E poi c’è il dolore. Chi ha un dolore ha tutte le ragioni del mondo, merita tutte le attenzioni del mondo. Chi è malato ha la precedenza su tutto. Tutto il mondo dovrebbe partecipare al funerale di una mosca. Quando vediamo come vengono trattati gli animali dentro gli allevamenti dobbiamo sapere che siamo complici di un crimine. Dobbiamo sapere che ogni vita oltraggiata è la nostra vita, noi siamo il bambino che muore di fame e il vecchio trattato con malagrazia, siamo padri e figli di ogni dolore, non c’è niente di quello che è accaduto e che accadrà a cui possiamo dirci estranei. Per questo è profondamente immorale ogni distrazione dalla cura, ogni attimo in cui la malattia non viene lenita, una sofferenza non viene ascoltata. Ogni giorno c’è qualcuno che nasce e che muore, siamo noi quella persona, siamo noi in attesa dell’esisto di una biopsia, siamo noi a entrare in sala operatoria, siamo noi nella casa caduta per un terremoto, nella macchina che è sbandata. Oggi ognuno di noi può avere attimi miracolosamente più densi di quelli che abbiamo avuto ieri. E domani ancora di più, domani sfonderemo altre gabbiette in cui ogni giorno ci chiudiamo, la via per arrivare in uno spazio veramente vasto e aperto è sempre davanti a noi, è la via a cui possiamo dare tanti nomi: Dio, poesia, amore, gioia, intensità, pensiero. Non c’è una scuola, non c’è un maestro. Ognuno può muoversi contro la malattia e il dolore, può stare nel tempo con le mani aperte e camminare, farlo come se fossero i nostri primi passi, come se poco riuscissimo a tenerci in piedi da soli. La vita è solenne in ogni attimo e in ogni luogo, questo è il principio da cui partire. Non è importante che fra un’ora saremo distratti da qualcosa, non importa che per prudenza poi mettiamo il bavaglio all’infinito e ci teniamo quello che c’è, ma solo come occasione per lamentarcene, come se l’universo fosse un fastidio. Non siamo un tempio, non siamo noi la cosa che conta, contano moltissimo le parole a cui credi, contano i tuoi saluti, i tuoi sorrisi, le tue lacrime, conta il volo di un uccello e il sonno di un serpente, conta la scienza e il mistero. Se la tua vita diventa attentissima la morte diventa lontanissima, hai una quantità impressionante di occasioni ogni giorno, passerai da una salvezza all’altra, da una fortuna all’altra. Sarai solenne nella cura e nella lotta, nella parola e nel silenzio, nel tremore e nella speranza.
Franco Arminio, 29 gennaio 2021
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