O.B.E.

Ci sono riuscito, finalmente!

Non è stato facile, no, non lo è stato affatto. Senza la guida del Maestro, lo devo ammettere, non ce l’avrei mai fatta, e per questo provo per lui affetto e riconoscenza illimitati. Grazie, Maestro, grazie davvero, dal profondo del cuore.

Si tratta di O.B.E., e credetemi: è un vero sballo! Per chi non conoscesse questa sigla, O.B.E. sta per Out of Body Experience. Esperienza Extra Corporea, insomma. E che esperienza! Da parte mia, ce l’ho messa proprio tutta per raggiungere l’obiettivo, e se mai qualcuno avesse dubitato della mia forza di volontà, eccolo servito. Certo, non tutti possono permettersi un Maestro Spirituale a domicilio. Ma avere una famiglia facoltosa non è una colpa, no?

Ho perso entrambe le gambe tre anni fa. Nulla di particolarmente originale: una Porsche sotto il sedere, una quantità imprecisata di cocktail in corpo, il piede destro un po’ pesante… Capite, nulla con cui valga la pena annoiarvi. Ci si è messa di mezzo una schifosissima complicazione alla spina dorsale, però. Risultato: neppure la consolazione di una dannata carrozzella su cui gironzolare per casa. A letto, e basta. Chiuso. Stop.

Fino a quando una trasmissione televisiva mi ha illuminato.

Sentir parlare del Centro Studi Psicospirituali di Ferrara ha spalancato davanti a me orizzonti insospettabili, mi ha letteralmente indicato la via per uscire da una situazione che non sarei stato in grado di reggere ancora a lungo. Sono stato salvato, nel vero senso della parola.

Non è stato difficile ricevere una visita a casa dal Grande Maestro Spirituale Ismael (che di cognome fa Pongini, ma io da quel giorno l’ho sempre chiamato semplicemente Maestro). Un assegno da cinque cifre, decimali esclusi, lo ha quindi convinto a prendersi cura di me, e devo dire che mai tanti soldi furono spesi meglio.

Il corso – o terapia, se vogliamo – non aveva una durata prestabilita. Si trattava solo di raggiungere la meta, e ciò avrebbe potuto accadere dopo una settimana come dopo un anno. Ma il Maestro è stato davvero bravo, e io ho saputo essere un buon allievo. Ci abbiamo impiegato poco più di un mese, con incontri serali e notturni ogni lunedì, mercoledì e venerdì. E ora che ce l’ho fatta, ora che posso spostarmi e viaggiare a mio piacimento, mi sento davvero l’uomo più felice del mondo!

In breve, il Maestro mi ha insegnato come liberarmi a comando del Corpo Fisico e girovagare indisturbato con il Corpo Astrale. Occorre applicarsi molto, raggiungere per gradi la giusta concentrazione, e imparare a rilassarsi veramente, a livelli profondi. Poi, soprattutto, non bisogna scoraggiarsi: gli insuccessi sono stati molti, ma è proprio qui che interviene la forza di volontà. I risultati non sono alla portata di tutti. Si deve essere davvero motivati, e insistere. E nessuno è mai stato più motivato di me. Questione di vita o di morte, mi capite?

Insomma, ho appreso per prime le tecniche di respirazione, poi quelle di concentrazione, e infine, sempre guidato dalle sagge parole del Maestro, mi sono impadronito di quelle necessarie per la separazione dei piani psichici.

Finalmente, tre notti fa, il mio Corpo Astrale si è sollevato.

Non ho parole per descrivere la grandiosità dell’esperienza fuori dal corpo. Mi sono sentito fluttuare verso l’alto, dolcemente, poi mi sono ritrovato in posizione eretta. Vedevo tutto distintamente: l’arredo della stanza, la finestra dalle tende tirate, i quadri, e il Maestro accomodato sulla poltrona, intento a seguire con pazienza i miei progressi. Mi sono poi voltato, con spontaneità, e mai ho provato emozione tanto grande come quella di vedermi disteso sotto le coperte, immerso nel sonno. Mi sono sentito elettrico, nemmeno avessi sniffato un etto di coca. Ho anche riconosciuto quello che il Maestro mi aveva spiegato essere il Cordone Astrale, un flebile filamento di energia luminescente che mi manteneva collegato in qualche modo al mio corpo fisico inanimato.

Insomma, dopo essermi sbizzarrito a svolazzare da un capo all’altro della stanza, gustando appieno il ritrovato senso di libertà, ho avvertito che era giunto il momento di rientrare nel mio involucro. Mi sentivo spossato, indebolito dalle nuove, fortissime sensazioni, per cui ho ceduto all’attrazione del Cordone e dolcemente mi sono risvegliato. Inutile dire quanto il mio entusiasmo abbia contagiato anche il Maestro, che avrà segretamente tirato un sospirone di sollievo di fronte all’evidenza del proprio successo. Fatto sta che mi ha subito proposto di riprovare la notte seguente, garantendomi che avrebbe fatto lo stesso e che ci saremmo potuti incontrare sul Piano Astrale. E così è stato.

Non voglio dilungarmi nel raccontare come mi sia risultato più facile uscire dal corpo la seconda volta, e quanto più intense si siano rivelate le sensazioni che accompagnano tale esperienza. Intendo solo sottolineare che mi sono ritrovato praticamente faccia a faccia con il Corpo Astrale del Maestro (trasparente, quasi fosforescente, ma riconoscibilissimo), e che siamo riusciti a scambiarci un sorriso. Appariva molto soddisfatto, di sé e di me. È stato a quel punto che l’ho fatto.

Ho ricordi vaghissimi di quegli istanti concitati. È stato un vero caos, un bombardamento psichico. Non trovo altri termini per rendere l’idea. Mi pare di aver percepito una dolorosa pressione alle tempie e all’altezza del cuore. Ho anche avuto l’impressione di udire delle grida, ma non è possibile, credo. Ho visto lampi di luce rossa alternarsi a frammenti di buio totale. Una fitta lancinante, diffusa, mi ha fatto temere per un istante di essere giunto davvero alla fine… Poi tutto si è placato. E con cautela, nella penombra della stanza, ho riaperto gli occhi.

* * *

Non ho ancora restituito l’assegno, ma credo che sarà bene farlo. Per onestà, e per non andare incontro a grane di cui proprio non ho bisogno. D’altronde, che colpa posso avere io se la mente di quel ragazzo provato da tante sofferenze (buffo parlare di me stesso in questi termini) non ha retto al peso degli stimoli spirituali? Che colpa ne ho se quel povero tronco umano è impazzito, e ora smania e farnetica, sostenendo di essere il Grande Maestro Ismael? Lo confesso, mi fa compassione. Ma quel Pongini doveva essere preparato a un rischio del genere. E se non era preparato, allora ben gli sta. Al momento non so ancora cosa farò, ma neppure mi interessa. Il fatto di trovarmi di nuovo a muovermi e a camminare liberamente per me è già tutto. Adesso ho un corpo con qualche annetto in più rispetto a prima, è vero, ma devo dire che il Maestro si teneva piuttosto in forma, a parte un filo di pancia su cui posso sorvolare.

Mi auguro che riesca a trovare qualcun altro a cui affibbiare quello che per una trentina d’anni è stato il mio corpo. Dal canto mio, con l’O.B.E. ho chiuso. Non ho alcuna intenzione di incappare di nuovo nel corpo astrale del Maestro: sono sicuro che lo troverei di pessimo umore.

[Pubblicato su Mystero – feb. 2004]