I CONDANNATI

«Ed eccoci finalmente arrivati, cari telespettatori, alla fase finale de… I Condannati

Applausi in sala, orchestrati da cartelli luminosi che si accendono sopra la platea. Il presentatore in giacca e pantaloni fucsia esibisce un sorriso abbagliante, e sventolando la cartella su cui è riportata la scaletta della trasmissione si avvicina ai tre figuri immobili e silenziosi, ritti e impassibili come militari, posizionati sopra tre cerchi rossi dipinti sul pavimento.

«Mentre procede il televoto, riassumiamo brevemente le schede dei nostri condannati per chi si fosse sintonizzato solo in questo momento».

Si affianca al primo uomo, un tipo alto dal volto legnoso che sogghigna masticando una gomma. «Qui abbiamo Alfredo, il nostro campione in carica, colui che la settimana scorsa è scampato alla sedia elettrica! Duplice omicidio, signori: moglie e suocera. Arma utilizzata: una mazza da baseball! Complimenti al nostro Alfredo!»

Risate e applausi.

«Passiamo ora a Berto. Una new entry niente male: un meccanico che ha sistemato un ordigno esplosivo sotto il sedile di un cliente a cui doveva una bella somma per debiti di gioco. Ora il debito può considerarsi estinto, come del resto il creditore, dico bene?»

Berto, bassetto e tarchiato, annuisce con una certa solennità. Risolini soffocati e qualche sonora risata accendono la platea.

Il presentatore si sposta di nuovo, compiaciuto, avvicinandosi al tipo decisamente obeso che indossa calzoncini corti e canottiera a righe.

«E arriviamo infine al secondo nuovo contendente di questa settimana, il signor Carmine, ben deciso a soffiare ad Alfredo il titolo di ‘Graziato per una settimana’. Il nostro amico qui presente ha ucciso un tizio con cui aveva litigato, come si dice, per futili motivi, semplicemente sedendosi sulla sua faccia per una manciata di minuti. Pensate un po’ che roba!»

Il pubblico si agita, mugolando per la soddisfazione.

Il presentatore raggiunge quindi il centro dello studio, e puntando un dito verso la telecamera annuncia: «E ora, amici a casa… stop al televoto!»

Il suono di un gong invisibile risuona nell’aria elettrica, rimbalzando contro le tenebre che sovrastano lo studio oltre l’intrico di fari e riflettori, per poi ridiscendere ad avviluppare tutto e tutti. Ora il diffuso brusio si va acquietando, allo stesso modo in cui le luci si abbassano ad arte e si sciolgono in una cappa giallastra il cui nucleo pulsante si concentra sui tre stoici protagonisti.

«Qualche istante di attesa, amici, mentre il computer elabora i risultati appena giunti in redazione… Ecco, Vanessa, puoi venire… Un bell’applauso a Vanessa!»

Un battimani improvviso e compatto accoglie l’entrata in scena di una fanciulla bionda in guêpière che scivola leggiadra su un paio di pattini. Le lunghissime gambe si intrecciano, volteggiano, ipnotizzano, mentre la formosa valletta si porta sorridendo alle spalle dei condannati.

Il presentatore alza un dito verso un invisibile cielo e comanda: «Scendano i cappi!»

Un nuovo applauso si stende sopra le vestigia del precedente, ancora non del tutto esaurito, mentre dall’alto calano ronzando tre lunghe corde terminanti in altrettanti anelli e nodi scorsoi. Il tutto, naturalmente, accompagnato da un’accattivante musichetta per timpani e fiati.

«Vanessa, fai il tuo dovere!»

La ragazza non se lo fa ripetere. Continuando a esibire la sua invidiabile dentatura e quant’altro afferra i cappi e con gesto sicuro li infila a uno a uno attorno ai colli dei tre uomini, i quali non battono ciglio. Una piccola stretta ai nodi dietro le nuche, e la scena è pronta.

«Ottimo, ottimo, Vanessa! Ed ecco… vedo arrivare anche Melissa con i risultati! Un bell’applauso anche per lei, forza!»

Nuovo applauso, e nuova gagliardissima fanciulla mora che pattinando attraversa lo studio, consegna una busta rossa al presentatore e con un gran sorriso si dilegua nel buio.

Allora sul pubblico cala il silenzio, questa volta per davvero. Da altoparlanti nascosti scaturisce improvviso il suono di un battito cardiaco, profondo e vibrante, mixato con sapienza al ticchettio di un orologio. La tensione è palpabile, deforma i lineamenti degli spettatori sui quali la telecamera carrella con avidità, indugiando sui volti più tesi. L’apice del programma è giunto. Gli sponsor gongolano nell’ombra. Lo share, a quel punto, è alle stelle.

«Signore e signori, vado ad aprire la busta… Ecco fatto… Dunque, vediamo un po’… Ah… Bene… Ma bene, bene, bene…»

Il presentatore solleva di nuovo gli occhi verso il suo pubblico, un pubblico che quasi non respira, e torna a infilare nella busta color sangue il cartoncino sul quale ha appena letto il verdetto della telegiuria. Per qualche minuto ancora può tenere in pugno il mondo, perché lui sa.

«Vanessa, puoi andare al pulsante, grazie.»

La valletta svolazza beata accanto a un vistoso pulsante sulla parete, anch’esso intensamente rosso, e vi posa il palmo della mano con la grazia di una farfalla sopra un fiore. Il presentatore le lancia un’occhiata d’intesa, poi:

«Chi si salverà fino alla prossima settimana? Sarà di nuovo Alfredo? O il buon Berto? O forse sarà Carmine?»

Le luci si abbassano ancora, i battiti del cuore alternati al ticchettio da bomba a orologeria si fanno più incalzanti, più ansiogeni.

«Signori, il momento di conoscere i Condannati è arrivato. Vanessa…?»

La ragazza sa di dover contare mentalmente fino a venti, e finalmente – quando lo spettatore, come le hanno spiegato, ha quasi raggiunto l’apice della sopportazione – preme.

Due sonori scatti metallici, e due delle botole su cui i condannati sono posizionati si spalancano sul buio. Il pubblico prorompe in un gemito collettivo. Alfredo e Berto precipitano, e le corde subito si tendono con decisione. Il doppio schiocco delle ossa spezzate è udibile fino all’ultima fila. I loro volti stralunati (l’inquadratura non stringe, ma li mantiene comunque ben visibili in campo) si trovano ora all’altezza del pavimento.

«Colpo di scena, signore e signori!»

Il presentatore solleva la cartelletta. Una fanfara trionfale echeggia per ogni dove, dall’alto piovono coriandoli e palloncini, gli spettatori si sbucciano le mani per applaudire. Due vallette entrano in scena portando due paraventi a rotelle per nascondere i cadaveri dei due giustiziati, mentre Carmine viene liberato ed esulta gridando e saltando, nonostante la mole. Nell’eccitazione generale, il presentatore adesso deve urlare per farsi sentire: «Amici, abbiamo un nuovo campione! E la prossima settimana dovrà affrontare altri due condannati sfidandoli nientemeno che… alla ghigliottina!»

Applausi come tuoni, strilli, musica, luci, vallette che ancheggiano, titoli di coda, e poi si sfuma sul nero.

Consigli per gli acquisti.

[Prima pubblicazione: L’Ippogrifo, feb. 2009]