DIARIO DI BORDO di Nicoletta Zucchini (seconda parte)

(Il 19 settembre scorso è iniziato il primo corso di scrittura creativa del GSF… Per voi la seconda puntata dell’inedito taccuino di Nicoletta Zucchini, curatrice degli incontri. I prossimi appuntamenti saranno il 17 e 24 ottobre, il 17/14/21 novembre).

DIARIO DI BORDO

(seconda parte)

“Salpiamo: rotta verso l’Arcipelago della Parola”

Mercoledì, 3 ottobre, ore 20 e 15: quando svolto con la macchina in via Antolini, scorgo Pit, il nostro mozzo, è già lì, puntuale, seduto su un muretto. Quanta carica ci sanno dare i giovani! Pochi minuti e ci siamo già tutti, purtroppo manca all’appello Isabella, è assente per un gravissimo problema di famiglia, siamo tutti dispiaciuti e le inviamo i nostri più affettuosi auguri.

La nostra esile caravella si appresta comunque a prendere il largo. Per non sentire il distacco dalla riva sicura, mentre predispongo le carte di navigazione, pongo sul tavolo due libri, parlano di come hanno affrontato la scrittura, due autori americani. I testi sono: “Un mondo battuto dal vento” di Jack Kerouac, Mondadori 2006, e “Il mestiere di scrivere” di Raymond Carver, Einaudi 1997. Parliamo un po’ insieme di come gli americani navigano nell’oceano della parola e di come noi europei, con duemila e passa anni di letteratura sul groppone, intendiamo il navigare nella parola scritta.

Il lavoro. Ad ognuno distribuisco la busta con le indicazioni di lavoro. La busta contiene una lettera d’amore di un grande autore italiano, ma il messaggio non è integro. La lettera è in frammenti e manca il finale. Ognuno dovrà decifrare i frammenti, poi riordinarli cercando una sequenza logica nelle parole dell’autore, rileggere il testo riordinato e comprenderlo perché ognuno dovrà scrivere il proprio finale. Non è una procedura comune, ma costringe il lettore a mettere in campo attitudini molteplici per raggiungere lo scopo.

La sequenza operativa. Una lettera d’amore quando è un capolavoro letterario, è molto coinvolgente, perciò invito la ciurma a non prestare eccessiva attenzione alle ondate emozionali, ma di cercare con lo sguardo i segnali che indicano la direzione della corrente. Noi non vogliamo essere dei semplici naviganti esposti alle correnti delle nostre emozioni, ma dopo averle accolte, dobbiamo cercare di carpire quali strategie narrative adotta il nostro autore per portarci a navigare così in alto mare, fra gli affascinanti flutti di un amore tempestoso. Al termine di ogni sequenza operativa, c’è uno scambio di vedute, di riflessioni, di ipotesi.

La direzione. Ciascuno ha dato una direzione alla propria navigazione, ma la meta comune ci arriva sottovento: stiamo costeggiando la prima isola, dove si erge un’alta montagna. L’alta montagna si è presentata al nostro sguardo quando abbiamo iniziato a scrivere i finali ed abbiamo incominciato a goderne la bellezza quando ad alta voce abbiamo letto i nostri testi.

Il confronto e la differenza. Ora distribuisco il frammento mancante, il finale dell’autore. È la nostra pietra di paragone per ragionare sulle reciproche differenze e come un finale possa dare una connotazione decisiva a tutto il testo e a svelarci a pieno la comprensione delle intenzioni dell’’autore.

La scalata, il compito a casa. È ora di scalare l’arduo monte che si staglia d’innanzi a noi. A differenza della navigazione, la scalata sarà in solitaria. A casa, ognuno cercherà di rispondere alla lettera d’amore decifrata, ricostruita, compresa. Verificheremo se avremo l’attrezzatura adatta e non avremo paura di cadere ai primi tentativi, di sbucciarci mani e ginocchia.

Nella bisaccia porteremo a conforto le parole di Kerouac: “Prometto che non mi fermerò mai e che morirò strillando e ridendo.” (sulla copertina di “Un mondo battuto dal vento”); le parole di Carver: “Con un po’ di fortuna, imparerete anche voi a tenere la rotta orientandovi con le stelle” (da Introduzione a “Il mestiere di scrivere”

Volete giocare con noi? Chi lo desidera può leggere il testo con cui abbiamo ci siamo messi alla prova: “Inviti superflui” da Sessanta racconti di Dino Buzzati, Mondadori 2007 (ristampa). Chi vuole provare l’ebrezza del viaggio nella parola, può cercare di rispondere a questa ineguagliabile lettera d’amore: l’età non importa, sono certa che sarà comunque, un’esperienza formativa e indimenticabile.

P.S.: c’è sempre una scialuppa pronta per portare a bordo chi lo desidera, anche per una sola volta di prova.

(Nicoletta Zucchini)

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