Leggere serve a fortificarsi
Forse è il colore verde acido della costa, che tra le altre spicca sullo scaffale, a farci scegliere un libro: o, forse, è il titolo: quello delle raccolte poetiche, ad
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Il titolo della rubrica echeggia evidentemente il dolce più famoso di Ferrara e il titolo del romanzo di Francis Scott Fitzgerlad, Tenera è la notte, titolo che lo scrittore americano ha estratto, quasi in un gioco di rimandi narrativi, storici e geografici, dall’Ode all’usignolo del poeta romantico inglese John Keats. Così esposte le cose potrebbe far pensare ad una rubrica nata per ospitare interventi e contributi sulla letteratura di lingua inglese. La rubrica è fatta anche per questo.
Ma Tenerina è principalmente una rubrica degli… errori, a cominciare da quello, storico, che le ha dato il via:
“…la mano che teneva come un dandy, la cartellina per le lettere: proprio come un altro uomo, trovò necessario fermarsi davanti a una chiesa di Ferrara, vestito di saio e coperto di cenere. Dick stava pagando un tributo a cose indimenticate, inconfessate, inespurgate.” [ da F.S. Fitzgerald Tenera è la notte Libro I Cap. 20, pg.110, Einaudi (1990)]
È chiaro che l’autore americano intenda qui riferirsi al famoso episodio avvenuto nel Gennaio del 1077 dell’umiliazione di Canossa occorso presso il castello matildeo durante la lotta politica tra la Chiesa di Papa Gregorio VII e l’Imperatore Enrico IV il quale per ottenere la revoca della scomunica fu costretto ad umiliarsi attendendo inginocchiato per tre giorni e tre notti innanzi al portale d’ingresso del castello di Matilde mentre imperversava una bufera di neve e vestito solo di un saio e con il capo cosparso di cenere .
Un errore, quindi, di Fitzgerald che non ha, evidentemente, impedito il successo dell’autore e di questo, romanzo: il volo dell’usignolo di Ovidio, di Ruth, di Keats, di Basho, di Fitzgerald e di Borges continua nonostante tutto.
Gli errori fanno parte della vita e della letteratura; sono la tenerezza dell’umanità. È dagli errori che si impara, dalla tenerezza della notte che nasce il giorno, anche quello più aspro . E viceversa.
La rubrica nasce quindi per dare voce alle tenerezze, alle debolezze, agli errori delle notti. A quelle cose indimenticate, inconfessate e inespurgate che mettiamo sulla carta.
E al giorno che seguirà.
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