Roberta Fava e le sue donne fiore

Roberta Fava, autrice dell’immagine in copertina (l’Ippogrifo, giugno 2020)

Ha la primavera tra i capelli, la Donna ginestra. Un’eruzione di fiori, una cascata di petali, colorati, euforici e travolgenti come coriandoli di Carnevale: criniera arcobaleno che incornicia un volto femminile disteso, delicato, uno sguardo diretto e limpido.

La copertina del nuovo Ippogrifo profuma di questa donna speciale, creata dall’estro dell’artista Roberta Fava.

Roberta Fava vive ed opera a Taglio di Po (Rovigo). È pittrice, scrittrice e poetessa, insegnante di lettere.

Prima della pittura, Roberta Fava coltiva la passione per la scrittura e per la poesia.

Pubblica diversi libri e volumi di poesia ricevendo apprezzamenti da un numeroso pubblico di lettori, dalla stampa e dal mondo dell’editoria.

Nutrendo una forte passione per l’arte, Fava inizia a presentare il lavoro pittorico di alcuni artisti sulla rivista di Rovigo ‘Ventaglio Novanta’; successivamente pubblica le sue stesse opere su depliant per presentarle e esporle personalmente in mostre collettive o personali.

L’autrice si avvicina all’arte pittorica da autodidatta, successivamente segue il corso di pittura del professor Milani di Padova, approfondendo l’uso del colore e sviluppando pennellate lunghe e morbide. In seguito l’artista sperimenta le diverse tecniche pittoriche: dalla matita alle tempere, dall’acquarello all’acrilico, all’olio.
Roberta Fava ama rappresentare la figura umana, i fiori, i paesaggi, gli animali e la natura morta, utilizza una colorazione vivace che si armonizza attraverso l’intensità di una luce ora calda, ora effimera.

 

 

 

                                                                       (Estate in golena, acrilico su tela, cm 50 x 70, 2009)

L’artista partecipa attivamente alla vita culturale, ricevendo premi e segnalazioni in concorsi d’arte e mostre; è nostra affezionata socia e fa parte dell’associazione Artisti del Delta di Porto Viro (Rovigo) con cui espone le sue opere in numerose mostre.

I testi di Roberta Fava sono pubblicati in diverse antologie letterarie, nelle Agende letterarie Helicon – Pagine e Pagine (Roma). L’autrice ha collaborato con testate della stampa locale (‘Piazza’, ‘Corriere di Rovigo’, ‘Ventaglio 90’) e ha pubblicato numerosi volumi di poesia, tra i quali segnaliamo: Frammenti (Seledizioni, Bologna, 1989); Come Giullare (Paideia, Firenze, 1999); Non solo Amore (Helicon, Arezzo, 2001); Alfabeto Poetico (nella micro Antologia Le trame del verso, Helicon, 2008; Grappoli di Stelle (Carello, Catanzaro, 2010).
E ancora:
Alle Porte del Cuore (nella micro Antologia Olimpo lirico (Carello, Catanzaro, 2011), il romanzo La rosa d’argento (Panda, Padova, 2009) in collaborazione con la scrittrice Loredana Capellazzo; infine, L’arcobaleno dei fiori (Helicon, Arezzo, 2016), la sua ultima raccolta di poesie che ci riporta all’immagine di copertina.

Si legge nella prefazione di Cristina Vettori: «Deliziosa questa silloge poetica di Roberta Fava, che si compone di una novantina di liriche, ciascuna delle quali è dedicata a un fiore. Antichissima del resto l’associazione tra fiori e poesie: la stessa parola antologia, come sappiamo, ci ricorda questo accostamento che ha un’origine lontana. Fu il poeta greco Meleagro di Gadara nel I secolo a.C. a comporre la prima antologia vera e propria, intitolata La corona e composta da una serie di epigrammi di vari poeti: in essa l’opera di ogni autore era preceduta da un’elegia dedicata a un fiore, da cui appunto derivò il nome dell’intera raccolta. (…) Dunque i fiori sono ispiratori di poeti e questa nuova silloge di Roberta Fava ne è una eloquente testimonianza: la sua originalità consiste nel tentativo di fornire una trattazione più completa possibile della materia. L’autrice segue un ordine rigidamente alfabetico e passa in rassegna fiori di ogni tipo, ognuno con le sue caratteristiche, che vanno dall’aspetto esteriore, al periodo di fioritura, ai benefici per l’uomo, reali o presunti. Certo è che la presenza di queste creature che accompagnano la nostra esistenza, grazie alle parole e alle immagini dell’autrice, risulta rasserenante. (..) Naturalmente tra le figure retoriche, quella più utilizzata nella silloge è la personificazione, che consiste nell’attribuire alle piante e ai fiori caratteristiche, comportamenti, emozioni umane. E, accanto ad essa, la metafora, in quanto sono trasferiti nell’ambito floreale e naturalistico significati più specificamente riferibili alla vita dell’uomo: la camelia, maestosa e aristocratica, è simbolo e complice di amori impossibili; la pervinca nel suo azzurro colore, ci parla di bontà e di innocenza; la primula, di gioia di vivere e di allegria. E così mentre leggiamo i versi, passiamo in rassegna non solo le caratteristiche dei fiori, ma anche i sentimenti che si agitano nel cuore degli uomini e ne colorano l’esistenza».

In questa lettura cristica si sottolinea come i fiori siano ‘creature’ e la figura retorica privilegiata sia la personificazione: nelle poesie come sulla tela, ecco affiorare immagini dal forte impatto emotivo, come quella della Donna ginestra scelta per la copertina. Essenza femminea e fiore dal supremo valore simbolico: non si può non ricordare che dell’«odorata ginestra/ contenta dei deserti» Leopardi fece una bandiera.

Le immagini e le liriche di Roberta Fava sanno suscitare meraviglia, stupore: l’autrice sa scovare il perturbante nella realtà, alla maniera di Magritte, che cercava, nel dipingere, «l’incantesimo e il piacere». In un trionfo di vita che si dà come esplosione di colore, con uno sguardo che sa reinventare la realtà delle cose.

Alla ricerca di una bellezza che sempre sa sorprenderci.