SAVERIO GRANDI, IN ‘EQUILIBRIO INSTABILE’ TRA ‘VIVERE O SCRIVERE’

 

Il prossimo venerdì 31 gennaio 2020 alle ore 18

Saverio Grandi presenterà il suo libro al Cinema Don Zucchini di Cento.

Dialogheranno con l’autore Stefano Cariani e Antonio Diozzi.

 

SAVERIO GRANDI, IN EQUILIBRIO INSTABILE TRA ‘VIVERE O SCRIVERE’

Recensione di Eleonora Rossi

 

«Vivere o scrivere?»

La risposta di Saverio Grandi è nel suo libro, Scrivo canzoni per farti sognare, fresco di stampa per Pendragon edizioni.

Autore e compositore per grandi artisti, dagli Stadio a Vasco, da Laura Pausini a Eros; e ancora: Gianni Morandi, Raf, Nek, Marco Mengoni, Emma, Alessandra Amoroso, Noemi.

Milioni di copie vendute, oltre trecento canzoni. La vittoria a Sanremo nel 2016.

Saverio Grandi nel libro ripercorre la sua storia di songwriter, tra aneddoti, episodi inediti e incontri del destino.

 

Nell’autunno di quel per me famoso 1987, in un bar di Bologna, zona san Donato, incontro Gaetano Curreri1 (…) mi dice che il loro paroliere abituale, un certo Luca Carboni, non vuole più scrivere per gli Stadio perché ha deciso di fare il cantante solista. Mi dice di essere in cerca di uno ‘capace di scrivere i testi’. Ha in tasca una cassetta BASF 90 di colore arancione con cinque provini di canzoni che ha scritto. Canzoni che ancora non hanno un testo. Mi chiede se voglio provarci (…) È così che la storia comincia, che tutto prende una strada. Eventi, uno dopo l’altro. Belli e meno belli.

Storie, canzoni, amori, città odori, sguardi, vita, soprattutto vita.

In questi anni sono successe tante cose. E io vorrei raccontare qui tutta la verità, ma proprio tutta non posso. Quindi cercherò di avvicinarmi il più possibile alla verità.

 

       Il libro è un viaggio tra i ricordi che contano, raccontati con una consapevolezza nuova, chiamando le cose con il proprio nome.

Nei toni di una conversazione amichevole, l’autore snocciola riflessioni profonde, che rimbalzano dalle canzoni alla vita. Scrivo canzoni per farti sognare è un libro autentico, come il suo autore: due piccole croci appese al collo, una maglia nera – il colore che assorbe la luce – e occhi grandi che ti ascoltano. «Il mio primo modo di comunicare è sempre stato scrivere canzoni». Le pagine di un libro offrono per la prima volta a Saverio l’occasione di riprendere discorsi sospesi, parole non dette2. Non si tratta di un semplice diario, né di un’autobiografia: il libro è costruito ad arte – con un montaggio alla Tarantino, uno dei suoi registi preferiti – incursioni nel passato prossimo e remoto e ritorni a un presente che pulsa di vita.

L’autore rimescola le carte dei ricordi per riattraversare delusioni, bivi, momenti felici. Quarti d’ora ispirati, come quello in cui ha preso forma la melodia di Un senso di Vasco Rossi, colonna sonora del film Non ti muovere, Nastro d’argento 2005 come miglior brano inedito.

Anche se, confida chi scrive, «Non è tutto oro3»…

 

       Avrebbe voluto fare lo sceneggiatore, Saverio Grandi; comunque un lavoro ‘dietro le quinte’, nel brivido del palcoscenico che ti sfiora: «C’è una parte di me che ha sempre voluto fare l’artista (…) e un’altra che ha invece ha sempre preferito rimanere dietro le quinte4».

La madre lo immaginava avvocato, il padre chitarrista classico.

 

I miei genitori amavano la musica leggera. Ma per me desideravano altro.

Magari avevano ragione loro, perché la musica che ho composto mi ha dato tanto, ma mi ha anche tolto tanto. Prima di tutto energie, poi la voglia di girare il mondo. Mi ha confinato per anni tra quattro mura alla ricerca della melodia perfetta, della canzone che va oltre il tempo, e rimane nel cuore della gente5.

 

Ma il talento si sente a pelle: lui doveva fare questo lavoro, scrivere canzoni che restano, ‘nel cuore’ e nel tempo.

«Una canzone ispirata è diversa dalle altre perché è unica. Non è scritta per un artista. È scritta perché l’autore non poteva non scriverla6».

Le canzoni vivono in uno spazio sospeso, una ‘terra di mezzo’ dove prende forma una minuscola verità di vita.

«Tu cambi davvero la mia giornata con le piccole cose che dici», insegna Neil Young7.

«Quando scrivo una canzone immagino di provare un’esperienza e di farla provare a chi l’ascolta – spiega Grandi -. A volte ci si riesce. È una piccola ‘missione’, ed è ciò che mi ha sempre spinto a leggere un libro, a andare al cinema, uscendo dalla sala cinematografica un po’ più ricco di quando ero entrato. A volte non serve dire grandi cose, sono le piccole cose che possono cambiarti la giornata».

È questa la magia di alcune ‘canzoni luce’ che sono entrate a far parte della «colonna sonora della nostra vita», basti ricordare Un giorno mi dirai, Benedetta Passione, Un angelo disteso al sole, Non è mai un errore, e l’elenco sarebbe troppo lungo anche solo per ricordare i brani più famosi composti da Grandi.

Frammenti onesti di un discorso nel quale chi ascolta può riconoscersi e chi scrive finisce per raccontare qualcosa di sé: come ha scritto Saverio nella sua Equilibrio instabile, «Io sono le mie canzoni».

        Pagina dopo pagina Saverio descrive la sua personale ricerca, svincolandosi dagli sguardi degli altri, per raccontare se stesso, «per sembrare quello che è».

Io non sono mai stato in gara con gli altri, in nessun campo. Con me stesso, sempre, fin da quando ero bambino. Volevo migliorarmi, ero affamato di conoscenza. Volevo capire il perché delle cose.

Avevo, e ho, un senso di Giustizia Superiore. Ci si nasce.

Non sei tu che scegli, ti trovi con un vestito addosso, e un moto dell’anima che non ti dà pace.

La cerchi, ma invano. E così sono qua. Ancora a cercare di capire8.

 

Lettore precocissimo, abituato a dividersi lunghe giornate con la malinconia, affinando la capacità di ‘vedere oltre gli occhi, toccare oltre la pelle, sentire i profumi da distanze impossibili9‘. Sensibile al punto di soffrire o di gioire troppo.

«Sono un entusiasta10», sorride Saverio.

 

La vita è semplice e complicata al tempo stesso. E io non sono Galimberti che ha una risposta per tutto. Me ne guardo bene. Preferisco avere dubbi, e pormi domande. Sono fatto così. E così mi piaccio, nella mia incoerente coerenza, con i miei ideali ancora integri, nonostante tutto, nonostante me11.

 

E nel bilico del suo ‘Equilibrio instabile’, invita chi legge a «inseguire la felicità12». A «vivere la vita al massimo».

Viverla o scriverla?

(Chissà… «poi la vita bisogna saperla raccontare13»).

 

1S. Grandi, Scrivo canzoni per farti sognare. Una storia tra parole e musica, Pendragon, 2019, p. 17-18

2Op. Cit., p. 18 «Alla fine, quello che mi sento di dire anche alle persone con le quali i rapporti sono stati complicati, potrebbe riassumersi in una sola parola: ‘perdoniamoci’».

3Op. Cit., p. 149

4Op. Cit., p. 46

5Op. Cit., p. 109

6Op. Cit., p

7N. Young, Razor Love, 2000 La citazione è stata scelta da Saverio Grandi per introdurre il libro.

8Op. Cit., p. 172

9Op. cit., p. 36

10Op. Cit., p. 76

11Op. Cit., p.169

12Op. Cit., p. 91

13Op. Cit., p. 36