Verso orizzonti di bellezza

Editoriale

 

 

 

Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio.
(Jorge Luis Borges)

 

Talvolta la Terra si frappone fra il Sole e la Luna e la oscura con il suo cono d’ombra: questo fenomeno viene detto eclissi lunare. Per chi crede all’influsso della Luna sull’emotività, le eclissi rappresentano un dono del cosmo, il momento perfetto per liberare le energie più profonde, lasciarsi andare alla creatività e all’intuizione, alla rinascita.

In copertina, “Eclisse”, opera dell’artista Gianni (John) Deserri

Con la splendida Eclisse di John Deserri in copertina, siamo arrivati al numero sei della nuova serie de l’Ippogrifo – al sesto volume blu – ovvero sono trascorsi già più di tre anni dall’inizio di un progetto creativo nato con urgenza e preoccupazione da un vuoto improvviso: la mancanza di Gianna Vancini.

Dall’estate del 2016 sono stati innumerevoli gli incontri, le telefonate e le riunioni per progettare, cercare soluzioni, dare il proprio contributo in termini di tempo e di idee, con la volontà di non disperdere una rete peculiare di contatti, uno scambio di esperienze artistiche intessuto con dedizione e volontà da Gianna e da quanti la seguivano.

Sulla strada sono stati tanti i segnali che ci hanno incoraggiato a proseguire, a partire dall’entusiasmo e dalla disponibilità del direttivo, dei redattori e dei soci che sempre hanno partecipato alle iniziative e agli incontri. La città di Broni nel 2018 ha intitolato a Gianna un premio letterario, abbiamo molti nuovi soci giovani e quelli affezionati continuano a sostenerci con simpatia.

Coordinare la redazione della rivista in questi primi tre anni si è rivelata, se non proprio una scalata, una camminata d’alta quota – senza conoscere né il sentiero né la meta – che mi ha richiesto di fare affidamento su quella che è la mia sola qualità sportiva: la resistenza. Voglio essere sincera: non sono mancate le salite, il sudore, la fatica. A volte la tentazione di mollare. Poi, fortunatamente, ci sono state pause rinfrancanti, incontri felici con persone-luce; sono stata ripagata dall’intravvedere, a squarci, paesaggi di meraviglia, ovvero nuove possibilità da percorrere.

‘Visioni’ che partono dalla convinzione che essere un’associazione sia una forza e un’opportunità, perché significa riconoscersi come persone legate da finalità e interessi comuni. Far parte di un gruppo di scrittori e lettori significa condividere in primis la passione per la letteratura e per l’arte, per il dialogo, per la conoscenza, per l’umanità. Essere volontario in un’associazione come la nostra vuole dire mettere il proprio tempo e le proprie energie a disposizione degli altri, dimenticando a volte il proprio io: significa lavorare insieme. E in questo scambio il gruppo davvero cresce.

Il mio grazie a quanti – in questa nuova alba del Gsf – si sono presi troppi oneri e pochi onori per organizzare ogni aspetto dell’associazione: dalla presidenza all’apertura della sede, dal coordinamento di una rubrica alla spedizione delle riviste, dalla programmazione dei Mercoledì dell’Ippogrifo ai laboratori di scrittura, dalla revisione accurata dei testi alla risposta alle mail, dalla gestione dei conti alle recensioni di libri, dalla creazione della pagina digitale alla gita a Broni, per ricordare soltanto alcuni punti di una lunga lista di mansioni e attività.

Solo passando dalla parte delle responsabilità ho potuto comprendere a fondo le parole di Gianna e dei vicepresidenti dell’associazione, che spesso raccontavano le difficoltà di mettere d’accordo tante personalità autorevoli, ciascuna con un talento da esprimere e da raccontare. Mese dopo mese sto imparando a conoscere i soci che ci vengono incontro, i loro scritti, le loro opere d’arte. Alcuni testi e creazioni li abbiamo già accolti nella rivista, altri li ospiteremo con piacere e con curiosità. Perché questa è la ricchezza del Gsf.

E sarà grazie a questo tesoro se l’associazione, festeggiati i suoi primi vent’anni, saprà continuare a scrivere la propria storia.

Quando ero semplicemente una socia del Gruppo scrivevo di tanto in tanto sulla rivista (ho iniziato a collaborare inviando i primi testi nel 2001), partecipavo ai reading di poesia e ai premi solo se invitata da Gianna; poi nel 2006 sono entrata a far parte della redazione, ma il mio impegno era sempre minimo, limitato allo stretto necessario. Quello che ricevevo dall’associazione era molto di più di quello che davo io al Gruppo.

E grazie a Gianna, non mi stancherò di ripeterlo, ho incontrato alcune delle persone che più mi hanno aiutato a credere in me e nella mia scrittura. Per questo motivo – e insieme a loro – ho desiderato rimboccarmi le maniche, rinunciare alle collaborazioni con le altre associazioni alle quali ero iscritta, perché il mio impegno, da quando Gianna non c’è, è decuplicato. Non so per quanto riuscirò a portarlo avanti, perché alla mia età non serve solo la resistenza, ma è fondamentale la motivazione a scegliere le attività da svolgere nel (poco) tempo libero: a me servono l’entusiasmo, la forza e la passione che solo una ‘cordata’ può garantire. Molto dipenderà da quali salite ci riserverà ancora il sentiero, o magari dalle sorgenti d’acqua, dai paesaggi che ci aspetteranno.

Dagli orizzonti di bellezza che insieme sapremo conquistare.

(Eleonora Rossi)