Benazzi, Ferrara e Ariosto

Contiene traduzioni in dialetto ferrarese di celebri autori, tra cui l’Ariosto, oltre a composizioni originali, il libro di Francesco Benazzi Mi, Fràra e Ludvig che lunedì 14 ottobre alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via delle Scienze 17, Ferrara). Introdurranno e dialogheranno con l’autore Federica Graziadei, Gina Nalini Montanari e Nicoletta Zucchini. L’incontro è a cura del Gruppo Scrittori Ferraresi.

Benazzi, insegnante di Lettere, in Mi Fràra e Ludvig raccoglie alcune traduzioni dialettali, incluse alcune parti dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Le sue prime esperienze con le trasposizioni dialettali si hanno con Cloridano e Medoro, celebre episodio dell’Orlando Furioso. Francesco si è limitato a tradurre, in perfette ottave, una parte del canto primo, e a seguire, una Satira. Con quest’opera ottiene un importante premio a Modena nel concorso La Trivela (aprile 1995). Probabilmente lo stesso Ariosto avrebbe apprezzato certe felici impuntature lessicali, certe disinvolture che Benazzi si concede rispetto al testo originale. D’altronde non erano quelle dell’Ariosto, a giudizio del Cardinale Ippolito D’Este, delle <vere corbellerie>? Se le versioni ariostesche sono straordinarie, Benazzi conferma, a chiusura di questa silloge, la sua capacità di traduttore con due autentici gioielli, la trasposizione di due sonetti di Belli e Trilussa. Ma l’autore ha anche qualcosa di suo da dire. La città è il tema di alcune liriche, spesso comiche ma talora ad intonazione seria se non drammatica. E’ da notare infine che per Benazzi, insegnante di italiano, il dialetto non è la lingua abituale, ma una specie di ‘lingua del cuore’ con cui riesce a far vivere il suo mondo poetico.