La sequoia

L

A M.P.

Creatore di poesia

tra bisogno d’innocenza

e il peso dell’esperienza.

Nel parco dei giganti svetta,

solenne, una sequoia millenaria.

Con le guance stracolme

delle noccioline più gustose

l’ammira uno scoiattolo rapito

e rapido guadagna della cima

l’apice più verde: s’inebria di gioia

alla vista del mondo intorno,

smisurato, sull’alta cima più alta

dove il tutto si intravvede

e il suo esserci oscilla

alle brezze circostanti.

Ma l’ebrezza ha per paga

una somma solitudine.

Laggiù l’abisso multicolore distende

una coltre di seduzione frusciante,

orrore multiforme, che la ragione confonde.

Laggiù il richiamo di familiari forme molteplici

lo seduce con mille promesse complici.

Come far ritorno al rassicurante piano?

Come abbandonare la vetta raggiunta?

È un labirinto di verticale vertigine

e nessun gomitolo rosso lo raggiunge, o

forse, è solo la mano che esita nel dedalo

ad afferrare il filo già da tempo srotolato.

( Nicoletta Zucchini)