MANOSCRITTO TROVATO NEL PUGNO DI UN MORTO

Non ho ancora chiuso occhio, questa notte. Lei continua a piangere e a sospirare, nella stanza proprio sotto la mia, e io non sono intenzionato a sopportarla ancora per molto. Dio, quanto la detesto! Possibile che nessuno del condominio vada a farla smettere? Io no di certo. Non voglio avere più nulla a che fare, con lei. Me la immagino, gettata sul letto, la testa fra le braccia, scossa da questo maledetto pianto isterico che sembra non esaurirsi mai…

Quello che più mi irrita, comunque, è che di quando in quando, fra i singhiozzi, la sento distintamente chiamare il mio nome, rendendo così odiosamente pubblico il fatto che io abbia qualcosa a che vedere con la sua disperazione.

Ieri sera me ne ha dette di tutti i colori: lasciami perdere, fra noi è finito tutto, e via di questo passo. Nulla di inatteso, intendiamoci. È’ stata la scenata che mi aspettavo da un pezzo, ecco. Ma allora perchè tutto questo tormento, adesso, per lei e per me? Pentimento? No, non credo proprio. Vuole solo farmi del male.

Ha smesso. Pochi secondi fa, dopo ore, finalmente, ha smesso. Quasi non posso crederci.

Che silenzio… Non so se rallegrarmene, o se cominciare a preoccuparmi.

A essere sincero, ho paura. Ho appena udito cigolare il suo letto, e poi la porta del suo appartamento si è aperta.

Sta salendo. Sì, posso sentire i suoi passi lungo le scale. Mi accorgo ora che da qualche parte, nella mia testa, ho sempre avuto la certezza che prima o poi lo avrebbe fatto. Per questo ho tenuto qui la pistola, accanto a me. Penso che stia venendo per uccidermi. Ma non intendo lasciarle questa soddisfazione. Preferisco farlo io.

La porta del mio appartamento si sta aprendo. Ha ancora la sua copia della chiave, naturalmente.

Mentre scrivo queste ultime righe, la gelida bocca rotonda della canna preme con impazienza contro la mia tempia sinistra. Appena la vedrò comparire sulla soglia di questa stanza, schiaccerò il grilletto.

I suoi passi lenti, nel corridoio. Mi sta cercando.

So che vuole vendicarsi. Me lo ha giurato ieri sera.

Prima che la uccidessi.

Eccola.

[Prima pubblicazione: Il Porto, giu.1995]