Cristalli dell’anima

C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore.
Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire.
Andrej Arsen’evič Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983
Non cercare di fermare il vento o di ripararti da esso. Sussurrerà alla tua anima la verità. Spalanca porte e finestre quando le scorgerai nella tua vita, così potrai tenerti sempre la tua voglia di vivere. Senza di essa non andrai da nessuna parte. Ma più di tutto fidati sempre di chi sei: sii sempre sincero con te stesso.
Vivere la vita di qualcun altro ti condannerà a uccidere una parte di te. (…)
Chiusi gli occhi e, dopo tanti anni, sentii la musica del silenzio. Quel silenzio
che mi permette di starmene da solo (…), mi dice chi sono io. Si tratta di un
posto etereo, che non ha luogo né tempo… è la mia anima.
Sergio Bambarén,  La musica del silenzio, 2007
Dalla mia silloge Cristalli dell’anima, edita nel 2012 da Este Edition, pubblico la prefazione di Gianna Vancini, Presidente per anni del Gruppo Scrittori Ferraresi.
Rileggere e ritrovare le sue parole, utilizzate con autentica maestria, come sapeva fare lei,  mi ha ridonato la sua presenza.
PREFAZIONE DI GIANNA VANCINI
Se finalità della poesia è creare emozione nel lettore, così da determinare un dialogo a distanza tra chi scrive e chi legge, la raccolta di poesie di Simonetta Sandra Maestri, Cristalli dell’anima, fuor di dubbio ha centrato l’obiettivo.
È un diario dell’anima che si propone come “libro” per l’omogeneità delle liriche, che non sono singole composizioni che regalano emozioni ma un discorso di più ampio respiro, sedimentato e maturato attraverso la scrittura e la riscrittura dei versi.
Le quarantatré liriche di Simonetta Sandra Maestri non sono sempre di facile interpretazione, perché la situazione esistenziale espressa si muove fra presente e passato in un viaggio della memoria alla ricerca della propria verità interiore, che da malessere si fa sete di infinito, da attesa diventa delusione, senza mai essere però una visione di vita che giunge ad un punto di non ritorno (“Il bruciante ricordo”, p. 49; “Mi fa male il cuore”, p. 13).
La dicotomia tra cuore ed intelletto talora vede prevalere quest’ultimo, ma il dolore dell’anima, naturale come l’aria benché feroce, genera nella poetessa un modo del tutto nuovo di conoscenza che la riscatta attraverso il silenzio (“Ascoltati”, p.30; “Finalmente sola”, p. 31), attraverso la parola, la riflessione (p. 25) e la volontà di ripartire (p. 11).
Per andare più lontano, per sentire l’esperienza dell’altrove, per uscire dalla banalità quotidiana di riti sempre uguali, per ritrovare un mondo diverso e libero, la Maestri riafferra la bambina che è in lei – la bambina immune da contaminazioni e capace di genuini stupori – («ho voglia di diventare padrona/ di quella parte bambina / che non sa stare senza di me», p.43) e afferra «l’arcana e ancestrale» parte di sé in cui ritrova «il padre e la madre» che fanno parte di lei (p. 39): è una verità altra che il cervello elabora grazie al ricordo; è l’operazione autentica del poeta che snebbia la coscienza e la conoscenza che si ha di fronte al reale. La Maestri imbastisce così una sorta di “remember” di un’età che senza saperlo forse era stata felice: l’infanzia assume la dimensione del sogno, tra nostalgia e rimpianto, di quando tutto era stupore e illusione.
Il viaggio che la poetessa percorre è nell’anima, nel suo mondo interiore, un itinerario il cui significato è ben espresso da Andrej Tarkovskij nell’esergo di p. 4: il punto di arrivo non può essere quello da cui si parte perché, strada facendo, l’uomo cambia e infine «da se stessi non si può fuggire». Il viaggio (reale o nella memoria) è qualcosa di uguale nella diversità. Il ritorno svela l’unica verità possibile.
Il dolore che emerge nelle composizioni poetiche di Simonetta Sandra Maestri è il male di vivere della condizione umana, espresso con il coraggio di chi sa denudarsi di fronte agli altri; di chi possiede la forza di trovare serenità nella solitudine e nel silenzio della notte (“Volo libero”, p. 12; “A tu per tu con la notte”, p. 50). Al riguardo, nel 1946, Cesare Pavese scriveva «Ogni sera, finito l’ufficio, finita l’osteria, andate le compagnie, torna la feroce gioia, il refrigerio di esser solo. È l’unico vero bene quotidiano». La “santa tristezza” di Pavese è la sete di infinito che è in ciascun uomo, giocata con radicalità dentro l’esperienza.
Lo stile poetico della Maestri è semplice e complesso ad un tempo. C’è in lei la volontà di non rinunciare alla classicità – di cui è intrisa la sua formazione culturale – ma forte è il bisogno di sperimentare la parola attraverso ripetizioni, rime baciate, assonanze, leitmotiv, parallelismi e figure retoriche varie.
Anche nello stile, come nei temi trattati, modernità e tradizione (alias presente e passato) si alternano e confondono in strofe in cui il “non detto” accresce curiosità e fascino nella musicalità ed armonia dei suoni.
L’amore  per  la  vita,  in  tutte  le  sue  manifestazioni,  è l’icona della raccolta di poesie di Simonetta Sandra Maestri, per cui a quest’opera ben si addicono le parole di Sant’Agostino: «La misura dell’amore è amare senza misura».
Gianna Vancini
Presidente
Gruppo Scrittori Ferraresi
Alcune delle poesie  segnalate  nella prefazione
Mi fa male il cuoreMi fa male il cuore.
Mi fa male l’anima.

Me ne vado dal ghiaccio del tuo cuore
voglio un letto di dolci farfalle.
Il bruciante ricordo
Se potessi ti cancellerei.Ti cancellerei dal mio cuore
dal mio dolore
dal mio sentire
in modo tale che tu non mi possa più ferire…

ma non ci riesco e
posso solo far finta di non starti più a sentire…

Ferma.
Immobile.

Impavida ancella che dell’orgoglio ferito
non fa più la sua bandiera
e impara ad ergere una barriera
che sola innalza come un muro.

Con l’apatica indifferenza,
attorno a se
una roccaforte
che protegge il nucleo
e lo zoccolo duro
della fragile guerriera.

Ascóltati
Cantano i grilli
la notte s’allontana e
l’alba s’affaccia.Ascoltami.

Non stare solo ad origliare il mondo nuovo
di un altro giorno.

Anche gli uccelli scandiscono
il rito di un nuovo giorno che
nasce antico e sempre uguale.

Ascóltati nella soffitta del tuo cuore:
un nuovo giorno nasce
in un archivio umano
che si rinnova ogni giorno.

A tu per tu con la notte
Stancamente
mi infilo a tu per tu con la notte.Io e tu notte

io al buio nel cuore
tu nelle tenebre per sempre

avvolgimi in uno stretto contatto, calmo, intimo.

Sola nella notte affondo nei miei pensieri
e sbarco in una dolce solitaria visuale.

Finalmente sola
Pensiero solipsistico vaga attorno alle parole
parole scritte
parole lette
parole da dire
parole da pronunciare.Disperdo nell’aria liberamente il verbo
nessuno ascolta e posso parlare.

Sola a me rivolgo questo dialogo interiore
viaggio notturno di una donna in festa.

Resto sospesa leggera a pensare
e chi pensa mai sola resta.

Oltre
Apri gli occhi
e non guardare
vedi di ricominciare
da dove non si vede
che l’orizzonte…
Simonetta Sandra Maestri