Zap & Ida ricominciano da tre

Zap & Ida, al secolo Vincenzo Zapparoli e Ida Cassetta, ricominciano da tre. Dopo i best seller ‘Passi’ e ‘Amareno Fabbri’ è da poco più di un mese nelle librerie il terzo romanzo poliziesco che ha come protagonista il commissario capo della questura di Bologna nato dalla creatività di questa inesauribile coppia di autori.

 

‘Amareno e il caso P.P.F’ è il titolo del vostro nuovo libro edito da Giraldi. Cosa riservate questa volta ai lettori?

<Intriso di animalismo, il romanzo racconta di tanti omicidi efferati commessi in pochi giorni in centro e nella prima periferia di Bologna. Amareno è in difficoltà, tutto fa pensare ad un serial killer ma solitamente un assassino seriale uccide le sue vittime nello stesso modo. Qui invece si trova di fronte ad una serie di delitti crudeli ma diversi gli uni dagli altri. Per esempio una pellicciaia di Corticella, che vende capi di pelliccia veri, viene scuoiata viva davanti al suo negozio mentre un produttore di porchette arrosto finisce arrostito nella sua Volvo in piazza dell’Unità. La città intera entra nel panico e si divide in due, da una parte la Legge e i benpensanti che definiscono assassini gli autori dei delitti e dall’altra gli animalisti che invece li ritengono giustizieri. In questo terzo romanzo viene sovvertito il classico finale dove il colpevole si scopre all’ultima riga. Il nome e cognome, nonché indirizzo e telefono di chi si sta ritendendo autore di un vero e proprio massacro si sanno già a metà del racconto. Portiamo però il lettore ad una curiosità esagerata su cosa voglia dire ‘caso P.P.F’ e quello lo si scopre solo nell’ultima pagina>.

 

Perché Amareno Fabbri, un nome che evoca un notissimo prodotto della città in cui vivete?

<L’idea di far nascere un ‘nuovo’ commissario chiamandolo Amareno Fabbri ci è venuta per rendere ancor più ‘bolognese’ il nostro romanzo poliziesco. L’amarena Fabbri è conosciuta ormai da oltre un secolo, è parte della storia di Bologna e… siamo o non siamo umoristi?>.

Ma anche ‘E tu che cane hai’ e ‘E tu che reggiseno porti’, solo per ricordare tra i tantissimi titoli pubblicati quelli del 2017, portano la firma di Zap & Ida che nascono appunto come umoristi. Guai dire vignettisti, vero?

<Definirci vignettisti è come dare del muratore ad un architetto. Megalomania a parte, visti i libri sfornati negli anni possiamo dire che ‘umoristi’ è il termine giusto. Provochiamo di solito sorrisi, risate e sghignazzate, più qualche riflessione non solo con vignette ma anche con testi tosti e pensieri alti. Un esempio di tutto ciò lo troviamo anche su ‘E tu che cane hai?’, il quinto ed ultimo libro low cost della collanina ‘E tu?’. Animalisti convinti, lo abbiamo scritto come supporto alla campagna estiva contro l’abbandono e oltre alle decine di divertenti calembour sul cane, alla fine abbiamo inserito vignette che, in particolare, condannano questa orrenda abitudine e, più in generale, anche ogni tipo di violenza sui cani>.

Un assaggio di questo vostro modo di comunicare…

<C’è uno che, accarezzando l’amico fedele, dice “Tutti i popoli del mondo amano i cani!” e l’altro risponde “Cinesi inclusi”. Che dire poi del cagnetto triste e solo che riflette “Non capisco come possa continuare a volerti bene anche se mi hai abbandonato”. Lanciamo però anche strali contro chi, convinto di amarli, li veste con cappottini e nastrini come la signora che, portando a spasso un cagnolino afflitto con cappellino e cravatta, dice ad un’amica “Detesto chi tortura e fa soffrire gli animali!”. Ovvio che, fra le tante battute didattiche ce ne siano anche di più leggere, come la vignette del cane che chiede ad un ‘collega’ “Come sei diventato cane da caccia?” e si sente rispondere “Frequentando l’accademia militare aeronautica”. O la signora che vede arrivare a casa il marito che ha un cane a fianco e squittisce “Che carino! Lo hai preso al canile?” “No! In banca, sono entrato e ho chiesto un fido!”. La dimostrazione che non siamo solo vignettisti, inoltre, la si percepisce anche nel quarto libretto della collana uscito nel 2017 ‘E tu che reggiseno porti?’. Nel volumetto raccontiamo nelle prime tre pagine la vera origine del reggiseno, e nelle seguenti inventiamo 50 modelli, meno credibili ma divertentissimi, dove a lato dell’indossatrice di turno descriviamo il tipo di reggiseno con una paginetta di testo e si va, in ordine temporale, dal Modello Neanderthal, inventato da una donna delle caverne, al modello ‘movies’ indossato oggi dalle cinefile. L’umorismo non ha solo il compito di far ridere ma anche di lanciare messaggi che l’autore ritiene giusti, anche se non sempre i lettori sono d’accordo>.

<Dopo tante mele, fatevi una pera> era lo slogan creato per pubblicizzare il vostro diario scolastico rispetto ad una altrettanto nota agenda che aveva appunto come simbolo una mela.

<L’avventura dei diari scolastici e delle successive ‘agende umoristiche per adulteri’ è iniziata con Auguri di Mondadori. Siamo passati poi a Cartorama, allora azienda leader in linee scuola, all’arrivo di Berlusconi… e non stiamo a spiegare il perché. La caratteristica dei diari, essendo noi prolifici ed incontinenti, era che ogni pagina alternava ad una vignetta una battuta scritta, in pratica un diario-libro. Dopo 11 anni di ‘agende per bambini’, con battute per forza castigate, abbiamo pensato un’agenda per grandi ed è nata la ‘Tiramisù’, agenda-libro anch’essa ma monotematica. Quella del 2015, per esempio. era completamente dedicata all’Expo, quindi sull’alimentazione. Nell’agenda 2016, invece, abbiamo preso di mira la sanità italiana e tutte le specializzazioni mediche con vignette, aforismi e ‘voci’ del nostro ‘vaccabolario’ medico tipo: APPENDICITE- Attaccapanni per scimmie; ANTICICLONE – Medico specializzato nel combattere gli effetti delle grandi mestruazioni; EMBOLO – Ottavo nano spesso in vena. La prossima ‘Tiramisù’, già pronta, è dedicata alla terza età e al rapporto anziani-giovani… una vera bomba! Dimenticavamo di spiegare il titolo ‘Tiramisù’ ma penso che molti lo abbiano già capito, il sorriso alza il morale!>.

Ida, chi è Zap?

<Mi chiedi chi è Zap? Di sicuro un bambino settantenne fuori di testa. Iniziamo a ridere il mattino al risveglio e finiamo solo quando ci si addormenta. Penso però che lui continui a ridere anche in sogno. Purtroppo è poco ‘presente’ nella vita normale. D’altronde uno che ha sempre il cervello in subbuglio per inventare cavolate siderali non ha tempo, e credo voglia, di fare il serio. Fortuna che io sono più presente di lui ma, credetemi, è una gran fatica tenergli dietro. Praticamente gli faccio da ‘badante’, bado che non faccia troppi danni>.

Zap, chi è Ida?

<Chi è Ida? Mica facile descriverla. Sono ormai 40 anni che stiamo insieme ma ho ancora qualche difficoltà ad inquadrarla. Ottima come amministratrice dell’azienda ZIDA snc. A dir la verità lo stesso nome della nostra ditta mi mette a disagio. Io appaio solo con la Z mentre lei c’è con tutto il nome. Quando arriva della corrispondenza viene regolarmente indirizzata a ZIDA snc di Ida Cassetta e C. Lei appare con nome e addirittura cognome mentre io sono un semplice  ‘e C ‘. Almeno mettessero ‘e Z’. Lavoriamo insieme ma lei, più che collaborare aggiungendo battute e amenità varie alle nostre produzioni, preferisce togliere e cassare quello che ritiene superfluo. Una figura fondamentale in tutte le cose che si creano insieme. Molti ci chiedono cosa faccio io e cosa fa le. A loro amo rispondere che Ida ed io siamo come un cappuccino. Una volta unito il caffè al latte è impossibile stabilire dove comincia il caffè o il latte>.

Zap & Ida, chi siete?

<Bella domanda. Ci riteniamo una coppia di sparacazzate, con la C maiuscola però, direi, all’antica. Perchè all’antica? Semplice, un tempo si privilegiava nell’umorismo l’intelligenza. Abbiamo un pedigree di tutto rispetto, credo. Palma d’Oro al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera, 49 libri con Mondadori, Rizzoli, Sonzogno, Giunti, Comix, Cairo ecc…, collaboratori di svariate riviste e quotidiani, protagonisti di molti programmi televisivi su Rai 1, Rai 2, Rai 3, Italia 1 e altri ancora. E il nostro commissario Amareno Fabbri è stato invitato all’ottava edizione del Festival del Giallo di Pistoia in programma a fine febbraio. Oggi viene definito ‘umorista’ lo scrittore, il disegnatore o il cabarettista che non sapendo più come far ridere col cervello, lo fa con rutti, tormentoni e banalità mostruose.  Ma è un serpente che si morde la coda. Evidentemente costoro dànno al pubblico attuale quello che si merita. Sono più al passo con i tempi di noi. Lo stesso fatto delle trasmissioni che hanno le risate registrate è segno di non capacità di valutare se una battuta piace o no. Oggi la gente ride ‘a comando’, viviamo in una società degradata fatta non di persone ma quasi completamente di zombie. E’ quel ‘quasi’ che ci spinge a continuare, come Don Chisciotte e Sancho Panza, a lottare contro i mulini a vento. E visto che la pancia ce l’ho io, la parte di ‘don Chisciotta’ è riservata a Ida>.

 

Lascio a voi la chiusura dell’intervista, per cui, come direbbe un famoso conduttore televisivo della notte, fatevi una domanda e datevi una risposta.

<La domanda: ridere è importante? Ecco la risposta. Stanno nascendo come funghi centri e associazioni che, a pagamento, insegnano a ridere senza motivo. Lo chiamano Yoga della risata e fanno soldi a palate. Si sa che il sorriso, la risata, la sghignazzata spingono il nostro cervello a produrre delle endorfine che difendono e tutelano il nostro sistema immunitario. Pare che il corpo si lasci ingannare anche dalle risate finte. Noi pensiamo però che sia da stupidi camminare per strada ridendo a squarciagola senza che nessuno ti racconti una storiella divertente. Anche se non lo siete ma state solo seguendo il corso di ‘risate finte’ stupidi comunque apparirete alla gente che passa e vi vede sghignazzare. Magari qualcuno, pensando che ridiate di lui, potrà rifilarvi un pugno sul naso, che diventerà rosso come quello dei pagliacci e poi nessuno vi dirà niente. Se ridere fa bene alla salute del corpo e dello spirito, dotatevi di un bel libro umoristico, tipo i nostri, e potrete ridere a crepapelle, questa volta con un motivo>.