LA CATENA DI AZATHOL

Tutto è cominciato poco più di un mese fa, quando mi sono ritrovato quella dannata lettera nella cassetta della posta. Non recava all’esterno l’indicazione del mittente, e il timbro postale era talmente sbiadito da risultare illeggibile. Avevo una certa premura, dovendo prendere il treno per motivi di lavoro, per cui non l’ho aperta subito. Semplicemente, l’ho lasciata scivolare in una tasca della valigetta, ripromettendomi di leggerla durante il tragitto, o tuttalpiù in ufficio. Di fatto, me ne sono ricordato solo una volta rientrato a casa, la sera. Oggi posso dire che se l’avessi cestinata immediatamente, senza neppure aprirla, avrei fatto il più grosso affare della mia vita. Invece l’ho aperta, e com’è naturale l’ho letta.

Era una lettera scritta a macchina, poi fotocopiata.

Questo è il testo, parola per parola:

Caro amico,

permettici di chiamarti così anche se personalmente non ti conosciamo, e tu ancora non conosci noi. Attraverso questa missiva, oggi tu vieni in contatto con i Figli di Azathol. Non siamo una setta. La nostra Confraternita ha un dovere: divulgare nel mondo il culto del Supremo Signore Azathol, Colui Che Regge l’Universo. Egli è Potere, è Sapienza, è Verità.

HUZDRA è il Primo Nome.

Unisci alle nostre le energie che sgorgano dal tuo cuore e dalla tua mente. Non gettare questa lettera, non ignorare l’importanza profonda del suo contenuto. Ora che ti abbiamo raggiunto, ti chiediamo di non interrompere il corso di questa catena. Il nome di Azathol deve essere diffuso, la coscienza collettiva dell’umanità deve incontrare e accogliere le Sua grandezza. Sostienici in questo nostro sommo impegno, e sarai appagato.

BEZDRA è il Secondo Nome.

Entro ventiquattr’ore provvedi a copiare tredici volte con qualunque mezzo questa lettera, e inviale a tredici persone scegliendo a caso i loro nomi sugli elenchi. Se attenderai due giorni, le copie e i destinatari dovranno essere tredici in più. Se attenderai tre giorni saranno tre volte tredici, e così via. È pertanto nel tuo interesse non esitare e rispondere senza indugi al nostro appello.

YHUZNA è il Terzo Nome.

Il dado è tratto. Ora hai letto i Tre Nomi Arcani con i quali Azathol è nei secoli adorato. Da questo momento Egli è in te, e la tua vita è in Lui. Non sottrarti all’impegno che hai assunto ricevendo e leggendo questa lettera. Fai ciò che devi fare. E ricorda: i Tre Nomi di Azathol non possono essere dimenticati. Una volta entrati nella tua coscienza, Essi sapranno illuminarti oppure estinguerti, innalzarti oppure sprofondarti nell’abisso della disperazione. Tutto dipende esclusivamente da te. La Catena di Azathol non deve essere spezzata.

Che Azathol guidi il tuo cuore, la tua mente, e le tue azioni.

I Figli di Azathol

Questo è quanto. Inutile dire che la cosa sul momento mi ha divertito. Dopo una giornata trascorsa a rivedere conti e aggiornare registri, la lettura di quella lettera mi aveva fornito perlomeno un motivo per sorridere. Ma la vita sa essere una vera carogna, a volte. Stavo sorridendo davanti alla mia condanna, e non lo sapevo. Ancora mi chiedo cosa mi abbia trattenuto dal cestinare quella delirante missiva; probabilmente l’idea di potermela rileggere in un secondo tempo, per farmi magari due risate con i colleghi. Fatto sta che l’istintiva decisione di non gettarla, ma di infilarla distrattamente da qualche parte, potrà forse decretare la mia salvezza. Staremo a vedere.

Tornando ai fatti, ritengo sia giusto sottolineare che già dal giorno seguente sia la lettera sia il suo contenuto parevano essere scivolati via dalla mia memoria. Non ci ho più pensato: ho archiviato il tutto sotto le montagne di scartoffie mentali con cui costruiamo le nostre giornate. Fino a quando, circa una settimana dopo, mi pare, sono cominciati i capogiri.

All’inizio non ho correlato le due cose. E come avrei potuto? Ho semplicemente pensato si trattasse di banale stress da lavoro: piccoli mancamenti, accompagnati da un marcato senso di nausea, della durata di qualche secondo, non di più. Problemi passeggeri, mi sono detto. Sbagliando.

Nel giro di alcuni giorni, quei capogiri hanno intensificato le loro manifestazioni: da quattro o cinque volte al giorno a una volta ogni ora, grosso modo. Inoltre, si sono aggiunte le allucinazioni. In concomitanza con i momentanei malori, ho incominciato a vedere i volti delle persone mutare. So che suona pazzesco, ma vi giuro che è la verità. Con la rapidità di un lampo, percepivo le facce di chi mi stava attorno modificarsi, tramutarsi in ghigni demoniaci, spalancare fauci bavose e zannute… Poi, di colpo, tutto tornava normalissimo: i colleghi, i passanti, gli amici… Almeno fino al successivo capogiro. Ho pensato di rivolgermi a un dottore, o forse a uno psicologo. Dico ‘forse’ perchè non ho avuto il tempo di prendere alcuna decisione razionale. La situazione è precipitata, e io ho capito tutto.

Il primo è stato un anziano signore incontrato lungo il marciapiede. Giunto alla mia altezza, d’improvviso ha digrignato i denti rovesciando all’indietro i bulbi oculari, e mi ha ringhiato una frase: «I Tre Nomi di Azathol ti stanno consumando!» Quindi si è allontanato, tranquillo, come se nulla fosse accaduto. Mentre io per poco non ho perso i sensi per lo spavento. Da quel momento, la mia vita è stata una continua discesa verso… non so neppure io verso che cosa. La parola ‘inferno’ continua a sembrarmi la più adatta. Mi sono ritrovato a vivere un incubo, senza possibilità di svegliarmi: capogiri, crampi allo stomaco, spasmi, e visioni assurde, agghiaccianti, e poi quella frase, ripetutami da chiunque, conoscenti o estranei, nei momenti più impensati… Ho dovuto chiedere dei giorni ferie, altrimenti il mio posto in ufficio avrebbe potuto rivelarsi improvvisamente precario.

La lettera! Dovevo ritrovare quella lettera! Ho cercato per due giorni, mettendo sottosopra la casa, rovistando con la cieca disperazione di chi si ritrova smarrito in un labirinto, sapendo che la propria vita dipende dalla rapidità con cui ritroverà l’uscita. Ero certo di non averla cestinata, e la certezza mi ha dato la forza di non desistere. Non avevo più dubbi, a quel punto, che – per quanto difficile da accettare – la follia che mi stava divorando era legata al fatto che non avevo seguito le indicazioni dei Figli di Azathol, infischiandomene di tutto.

E qualora l’avessi trovata? Quanti giorni prima l’avevo ricevuta? Quante copie avrei dovuto inviare? E se avessi sbagliato? Quelle domande cominciarono a ruotarmi nella testa, come una malefica macina da mulino intenzionata a spappolarmi il cervello. Fino a quando…

Mi si è aperto il cuore, e confesso di aver pianto, quando quella busta è sgusciata fuori da dietro i raccoglitori in cui tengo la collezione de L’Ippogrifo. Non ricordavo di averla messa là, ma la verità era che non ricordavo proprio nulla. Quel ritrovamento, comunque, mi è parso subito un suggerimento del destino.

Perché è stato allora che mi è balenata in testa l’idea.

Intendo, con questo gesto, fare ammenda. La lettera poteva essere copiata ‘con qualunque mezzo’, come hanno scritto i Figli di Azathol. La pubblicazione sul sito del Gruppo Scrittori Ferraresi servirà a divulgarla ben oltre i termini dovuti. L’importante è che quante più persone possibile leggano le tre oscure parole che hanno saputo trasformare la mia vita in un incubo; e confido di riuscire così a liberarmi dalla loro maledizione.

Spero non me ne vogliate, ma dovevo pur salvarmi, in qualche modo. Ora spetta a voi prendere le iniziative che riterrete più opportune. Io vi ho raccontato la mia esperienza. Voi siete padroni delle vostre decisioni. Vi posso solo consigliare di non aspettare troppo, altrimenti potreste ritrovarvi nelle mie stesse condizioni.

Perché i Tre Nomi, adesso, li avete letti anche voi.

[Prima pubblicazione: Mystero, lug. 2003]