DIARIO DI BORDO di Nicoletta Zucchini

(Il 19 settembre scorso è iniziato il primo corso di scrittura creativa del GSF… Per voi la prima puntata dell’inedito taccuino di Nicoletta Zucchini, curatrice degli incontri)

 

DIARIO DI BORDO

(prima parte)

“Abbiamo solo tolto l’ancora”

 

Mercoledì, 19 settembre, ore 19 e 45: parto da casa con pochi fogli nella borsa. Lungo il tragitto il traffico è intenso, due serpenti interminabili di auto scorrono in direzioni opposte. Mi assale l’agitazione, guardo in alto come a chiedere aiuto. Una Luna quasi piena brilla tranquilla, sale lentamente compiendo il suo tragitto siderale. La fisso un attimo, sorrido, mi sembra di buon auspicio averla come compagna di strada, come la sera del 27 luglio, la sera dell’eclissi di Luna. Ora spero in un’eclissi dei miei dubbi e delle mie paure.

Sono in città, il quartiere popolare si snoda lungo il fiume, la strada buia corre lungo l’argine antico, ma nessuno se ne accorge. In via Antolini fa ancora più buio. Per fortuna la saracinesca della nostra sede è alzata e dall’interno si irradia un fascio di luce, sembra un faro. La strada lì davanti è illuminata come la banchina di un porto sicuro.

All’interno ci sono già delle persone, entro sorridente, mi è stata risparmiata l’alzata della serranda. Mi concentro sui saluti e sui ringraziamenti. Ci stiamo rilassando, quando arriva Giuseppe Ferrara, il vicepresidente del Gruppo scrittori ferraresi, a porci i saluti del direttivo. Nessun viaggio si può intraprendere senza il favore della “capitaneria di porto”. La sua sorridente cordialità ci rinfranca e quando ci lascia iniziano le ricognizioni di bordo.

Non portiamo pesanti bagagli di idee preconcette, ma una schietta disponibilità all’avventura della scrittura.

Isabella si mette subito all’opera, con occhio sicuro scatta foto per la documentazione. Siamo in cinque sedute intorno al grande tavolo: Angela, Paola, Anna, io (Nicoletta) e Isabella. Mentre ci scambiamo alcune parole per presentarci meglio (siamo una ciurma femminile perfetta), come un’ondata d’energia arriva Pietro, detto Pit, il nostro mozzo. È molto allegro nonostante le stampelle per un leggero infortunio nel fare sport. Il nostro mozzo, da tempo, ama nuotare fra le parole.

Un viaggio nel liquido mare della scrittura non può iniziare senza aver compiuto una ricognizione delle vele e delle sartie. Faccio circolare dei biglietti dove iniziamo a scrivere aspettative e desideri, poi leggiamo ciò che abbiamo scritto. È come tastare l’assito della nostra imbarcazione se è sufficientemente solido.

Ancora un giro di pensieri e di parole, poi mi sembra arrivato il momento giusto per la prova del foglio bianco.

Le nostre penne iniziano a scivolare agilmente sulla carta, l’atmosfera è serena, gli alisei soffiano propizi.

Tutti siamo sopresi da come non ci siamo sentiti spaventati dal foglio bianco. Iniziamo a leggere ciò che abbiamo scritto. I testi sono molto diversi fra loro: tre sono già racconti veri e propri e tre parlano di ciò che si agita dentro. Simmetria perfetta. Seguono spiegazioni e commenti di ciò che si è scritto. Su mia richiesta Isabella si è “offerta” di trascrivere questi primi documenti di viaggio. In seguito sarà più facile fare delle osservazioni/ valutazioni.

Avverto i presenti che in questo primo incontro abbiamo solo tolto l’ancora, il viaggio vero e proprio inizierà la prossima volta. Allora vedremo quanto ci allontaneremo dalla banchina e se riusciremo a viaggiare in mare aperto.

                                                                                                                               (Nicoletta Zucchini)