DIARIO DI BORDO di Nicoletta Zucchini

(Dal 19 settembre è iniziato il primo corso gratuito di scrittura creativa del Gsf.  Ecco la terza parte del taccuino inedito della curatrice del corso, Nicoletta Zucchini. I prossimi appuntamenti saranno il 24 ottobre, il 17/14/21 novembre nella sede di via Antolini 13).

DIARIO DI BORDO (terza parte)

“Iniziamo a sbucciar parole e ad assaggiare pensieri”

Mercoledì 10 ottobre ore 20e 15: dopo aver recuperato Angela, arrivo a bordo in tempo per predisporre l’occorrente per salpare. Intanto giungono tutti, manca Isabella, assente per il recentissimo lutto. Tutta la ciurma le rivolge un pensiero commosso. Ogni dolore ci arriva in modo diverso, ma ci colpisce sempre allo stesso modo. La perdita unita al senso di vuoto, ci sgomenta, ci spiazza, ci fa traballare.

Durante la settimana non abbiamo abbandonato del tutto la navigazione nella parola: ognuno doveva rivedere il proprio frammento conclusivo ed iniziare ad abbozzare la lettera di risposta a quella di Buzzati. La nostra fragile caravella, quindi, non è rientrata in porto, ha continuato a veleggiare sotto costa, vicino all’isola sconosciuta: davanti a noi l’orizzonte infinito della scrittura, di fianco la sponda protettrice con l’arduo monte, ostacolo incognito da valicare.

Sbarchiamo sulla spiaggia/tavolo dove riversiamo le nostre risposte, il finale mancante di “Inviti superflui”. Da una prima lettura ricognitiva, iniziamo a sbucciar parole e ad assaggiare pensieri per cercare le desiderate corrispondenze o le piccanti contrapposizioni. Subito, appare più difficile del previsto abbandonare il confortevole luogo comune del fraseggiare languido e sognante del pensiero romantico/sentimentale. Se le parole sono come pietre, per far sentire la differenza fra sassi aguzzi e ciottoli levigati, propongo un piccolo esperimento: mentre rileggo i primi due frammenti di Buzzati, su un foglio diviso a metà, la ciurma registrerà da una parte le parole/cose, dall’altra le parole/sentimento. Sarà più lunga la colonna dei sostantivi concreti o la colonna dei sostantivi astratti?

Solitudine, vita, pensieri, poesia, speranze sono alcuni sostantivi astratti usati da Buzzati, ma non sono molti di più quelli che appaiono in tutto il testo. Pochi per una lettera d’amore, noi ne abbiamo immaginati molti di più. Ma allora come riesce a catturarci nella rete dei suoi sentimenti? Foreste piene di lupi, ciuffi di muschio sospesi alle torri, svolazzare di corvi, lamiere scosse dal vento, qualche vecchia foglia dell’anno prima trascinata…dal vento, casamenti sterminati. Lo scrittore è un taumaturgo, è uno sciamano che trasforma i sentimenti in cose, che cosa sono le lamiere scosse dal vento se non l’agitarsi di sentimenti disperati di un uomo innamorato?

Gli inverni delle favole, le favole antiche dei re senza nome, i giardini stregati, gli alberi che parlano con voce umana, gli orizzonti sterminati dietro le case, i treni fuggenti, le nuvole di settentrione, (tu) cullata da piroga sacra…È solo un breve esempio delle cose che fanno ricchi gli innamorati, ma la donna amata da Buzzati è incapace di sentire tutto ciò. In due esigui elenchi c’è tutta la forza di un amore contrastato e senza mai nominarlo. Intanto Pit, il nostro mozzo è assorbito dal sestante informatico rotto, ci segue silenzioso, ma quando è il suo turno, con voce ferma legge i suoi elenchi.

Forse dovremo raccogliere molta legna e lontano dalla riva forgiare col fuoco vivo gli strumenti per la salita. Non so se tutto questo lavorio farà rinascere quel desiderio che un giorno fece sprofondare la nostra ragione e la memoria ancora fatica tanto ad andargli dietro. Avremo di nuovo il coraggio di affondare nel nostro universo emotivo, di cercare degli appigli per poi risalire verso i bordi spigolosi della ragione?

Abbiamo le parole del compito a casa, e abbiamo in bozza, le lettere di risposta a quella di Buzzati, ripartiamo di lì. Anna, pur oberata di impegni, con grande slancio ha tentato la salita, ha scritto la lettera. La sua risposta è abbastanza articolata, si richiama alla propria figura ed alla propria esperienza. I suggerimenti del gruppo durante la lettura ad alta voce, fanno decidere Anna per una revisione approfondita, cercando di mantenere una distanza obiettiva dalle sue parole. Tutto ciò che è stato scritto viene letto ad alta voce, ne approfitto per indicare quali stereotipi sono da evitare, mostro le trappole che si nascondono sotto le parole, suggerisco alcune strategie di pensiero. La lira di Orfeoaveva il potere divino di incantare le fiere e di richiamare in vita le care ombre. La lira di Anfione aveva il potere magico di sistemare le pietre, che il fratello gemello gli portava, così furono edificate le mura di Tebe. L’arduo monte della nostra isola s’innalza verso l’alto, formato da pesanti pietre, ma nessuna pietra è più pesante di un cuore che non sente.

La mia ciurma ed io non possediamo purtroppo né lire divine, né lire magiche, forse solo qualche ciottolo lucente in fondo alle tasche.

                                                                                                                 (Nicoletta Zucchini)