Aerografando con Arianna Fugazza Art

Lo studio, ricavato all’interno della sua abitazione, in cui nella semplicità dell’arredo spicca un grande tavolo, i colori e l’aerografo strumento di una passione che è diventata il mestiere della sua vita. L’arte si respira in ogni angolo, le sue opere appese alle pareti che si accostano al bellissimo quadro di vita famigliare tra i libri di testo scolastici di uno dei tre figli che osservo sparsi sul tavolo della sala: si, perché Arianna è anche una madre dolcissima.

“ E’ un piacere rifugiarmi in questa parte della casa, che sia per un lavoro commissionato, o semplicemente a rincorrere l’ispirazione dopo aver ammirato un cielo. Non c’è niente di più grande e soddisfacente di questo. “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita” lo disse Confucio.

E come sfogliando un libro trovo un autentico tesoro, una testimonianza bellissima di una donna artista e da qui ha inizio la mia intervista:

“Chi è la donna /artista Arianna?”

Da che abbia memoria, nella mia vita la pittura ha avuto un ruolo da protagonista. I miei ricordi sono legati a colori, immagini, storie di pittori di tempi passati. A 13 anni il regalo più bello: una valigetta di legno colma di colori ad olio, pennelli ed un cavalletto. Preferivo stare nella mia cameretta a dipingere anche quando le amiche proponevo di uscire. Poi a 19 anni la svolta e così quasi per caso frequento un corso di aerografia a Bologna. Lo studio si affacciava sui tetti del centro storico ed era animato da ragazzi giovani ed una insegnante strepitosa, Silla Gardenghi, che mi ha trasmesso l’amore per questa arte. Dopo pochi mesi, quando ancora ero una principiante inesperta, vengo contattata da uno studio di aerografia di Modena che cercava collaboratori per un importante lavoro.

Quali caratteristiche personali e caratteriali deve avere una persona che vuole accostarsi all’aerografo?

L’aerografia è un’arte che richiede pazienza, tanta, precisione, e una certa predisposizione all’osservazione. Chi vuole accostarsi all’aerografia non dovrebbe essere una persona frettolosa ed insofferente; queste caratteristiche infatti non aiutano ad avere la giusta attenzione e concentrazione, porterebbero a risultati insoddisfacenti, disegni poco definiti e a colori mal accostati.

Quando hai deciso di poterne fare il mestiere della vita?

La decisione di farne un mestiere è stata abbastanza veloce. Dopo essere stata scelta dallo studio di aerografia di Modena per collaborare ad un progetto artistico, sono ufficialmente diventata un’aerografista per mestiere.

Quale soddisfazione provi quando completi un’opera?

Provo quella soddisfazione che penso sia comune a chi crede fortemente in ciò che fa. Un’opera, inoltre, la ritengo ultimata solo quando sono completamente convinta del risultato finale; dovessi avere anche una sola perplessità continuo nel lavoro anche a costo di perderci tanto tempo.

Il parere delle persone ti restituisce spesso sfumature e punti di vista diversi? O ti senti più spesso interpretata e compresa?

Dipende, capitano entrambe le situazioni. In ogni caso mi fa piacere ricevere pareri, opinioni e critiche delle persone, mi servono anche per capire meglio me stessa.

Trovi importante il riscontro del pubblico es. lo scrittore/poeta ama scrivere anche per essere letto, compreso, per condividere emozioni ma per trovare anche nuovi spunti, questa è la missione dell’artista. Che ne pensi?

Sì certo, è essenziale. D’altra parte non credo ci siano artisti ( forse qualcuno, si sa gli artisti sono un po’ pazzerelli) che nascondano la propria arte, le proprie creazioni per contemplarle in solitudine, porterebbe ad una sterilità di pensiero e di creatività. Le critiche inoltre, positive o negative che siano, servono sempre.

Che cosa rappresenta per te il momento creativo?

Quando mi frulla per la testa un’idea che desidero realizzare, mi sento euforica, mentalmente eccitata, è una sensazione molto bella e sento che sto facendo qualcosa di importante

Come nasce l’idea di una nuova creazione, da una ispirazione che nasce attraverso un’immagine, una sensazione, una esperienza di vita, un viaggio?

L’input può nascere da diverse circostanze, a volte mi è sufficiente guardare il cielo di un’alba e allora vengo ispirata da quella luce particolare. Poi le varie esperienze, anche quelle comuni di tutti i giorni mi stimolano. Osservare cò che mi circonda è veramente ispirante.

La pittura e l’arte oggi per te che ruolo hanno? Quale l’importanza per le giovani generazioni?

Io penso che pittura ed arte, oggi come allora, continueranno ad essere indispensabili per la vita dell’uomo; un mezzo che fa comunicare gli uomini tra loro e che sa trasmettere emozioni senza limitazioni e vincoli ( diversità di lingua, razza, religione, cultura). Le giovani generazioni, penso e spero, sappiano creare attraverso l’arte situazioni di scambio culturale che permettano loro di esprimersi liberamente.

L’arte è libertà.

I cieli che dipinge Arianna attraverso la sua polvere di colori, sono frutto di osservazione di cieli che guardano la bellissima campagna che si stende fuori dalla sua abitazione. Non solo azzurri e tersi ma cieli di nuvole forti, pesanti e cupe. Mostrano tutta la nostra serenità interiore ma ne svelano anche le inquietudini dell’anima, ci rappresentano molto bene.

Allora le opere dei cieli di Arianna mi rimandano alla stupenda poesia di Fabrizio de Andrè “Le nuvole” in tutto il suo denso significato. Le nuvole che continuamente vediamo passare e rimaniamo ad aspettare che piova.

Le nuvole ed il loro modo di essere mutevoli e cangianti, scure o candide, la capacità di assumere le forme più differenti e di offuscare  la luce del sole e delle stelle: “e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai”.

“ Si mettono lì/ tra noi e il cielo”. Le nuvole che da una parte ci obbligano ad alzare lo sguardo per osservarle, dall’altra ci impediscono di vedere qualcosa più in alto di loro ma, pur condizionando la vita di tutti, sono fatte di niente, sono solo apparenza.

 

De André, Le Nuvole

Vanno vengono ogni tanto si fermano/e quando si fermano sono nere come il corvo/ sembra che ti guardano con malocchio.  Certe volte sono bianche e corrono/ e prendono la forma dell’airone o della pecora/ o di qualche altra bestia/ ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri.

Certe volte ti avvisano con rumore /prima di arrivare e la terra si trema e gli animali si stanno zitti/ certe volte ti avvisano con rumore. Vanno vengono ritornano e magari si fermano/ tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle/ e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai. Vanno vengono per una vera mille sono finte/ e si mettono li tra noi e il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

Grazie Arianna per questo grande dono di libertà! Chapeau!

Federica