Viaggio tra le nuvole

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(Paola Braglia Scarpa, Volo nel Cosmo, 1989)

«Sfoglio un album: è come sfogliare il passato.

Tra le mani mi scorrono momenti di vita dedicati all’arte: volti, paesaggi, particolari.

Dove? Messico, Egitto, Europa, Lido degli Estensi e …Ferrara.

Interpretazione: Afrodite…immagini di donna e di vita.

Le infinite vie del ‘Cosmo’ e…della vita. Tra sacro e profano».

Sono appunti dell’artista Paola Braglia Scarpa, socia della nostra associazione, annotati a Pesaro lo scorso 25 luglio 2017.

L’album al quale accenna l’artista è un autentico tesoro di disegni, acquerelli, ritratti e abbiamo il privilegio di sfogliarlo anche Matteo Pazzi ed io, ospiti per qualche ora nella casa accogliente di Paola, dove l’arte si respira in ogni angolo e le opere appese alle pareti sono finestre spalancate sull’Universo. Sulle armonie e sui misteri del cosmo.

«Quando avrai modo di osservare le mie opere, capirai il mio cammino di sofferenza e come mi sono risollevata guardando in alto e…osservando le stelle, il “cosmo” e tutto ciò che vi è dietro», mi aveva scritto Paola in una lettera a gennaio. Ora ci ritroviamo spettatori di quelle opere: sguardi sulla vita (e oltre), studi che indagano il significato dell’esistenza, intrappolando risposte metaforiche nel rettangolo di una tela.

All’ingresso della casa campeggiano due splendide opere: alberi tra loro simili, scheletriti ma imperiosi, l’uno dipinto con tonalità chiare, l’altro tenebroso. «Il giorno e la notte», ci spiega l’artista; tele antitetiche e complementari,Yin e Yang.

Altri dipinti ritraggono la natura, colta in alcune rappresentazioni simboliche, rivelatrici. «Stagioni dell’albero e stagioni della vita», commenta Paola Braglia introducendoci nel suo salotto e mostrandoci altre opere in cui domina l’elemento umano, in particolare il volto.

«Il punto di partenza è questo», racconta indicandoci l’opera L’artista come foglie d’autunno, un autoritratto che reca la data 1978. «Inizialmente ero affascinata dalla figura: mi sono formata alla scuola di Nemesio Orsatti, poi mi sono accostata all’architettura e al paesaggio, alla natura».

«Da piccola mi è sempre piaciuto disegnare, ma non mi hanno stimolato a farlo. Poi ho deciso di intraprendere studi artistici».

Paola Braglia Scarpa è nata a Ferrara, dove ha frequentato l’Istituto d’arte “Dosso Dossi” e in seguito l’Istituto d’arte di Bologna, completando gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

«Avete mai visto un pennello d’argento?», chiede Paola porgendoci il prezioso oggetto, premio ricevuto ad inizio carriera, uno fra i tanti riconoscimenti collezionati dall’artista.

Paola Braglia Scarpa ha esordito come pittrice, partecipando con l’Accademia alla 3ª Mostra Internazionale di Arti figurative di Roma; in seguito ha esposto in numerose personali e collettive in Italia e all’estero, a Roma (Ambasciata di Romania), Firenze (Insegnanti artisti a Palazzo Strozzi), Venezia, Porec, Heidelberg, Ferrara, ottenendo premi e riconoscimenti. Ha partecipato ai progetti “Orizzonti Europa” e “Ars ad Astra” per la base spaziale di Embrach. È citata nel Repertorio Incisori Italiani.

Dal 1985 ha aderito al movimento artistico Umanità cosmica realizzando mostre di pittura, poesia e musica, anche in collaborazione con le società Dante Alighieri e Olimpia Morata.

Ferrara, città cosmica raffigura la nostra città in una visione inedita, avvolta dai flutti di un immenso mare.

«I temi affrontati dalla Braglia Scarpa sono da tempo caratterizzati da uno spessore intensamente meditativo – ha affermato Paola Mingozzi in una nota critica –. La ricerca sulla nascita del cosmo si è concretizzata in una serie di opere, interamente ritmate dall’espansione e contrazione armoniosa del colore, che già rivela la decisa tendenza alle tonalità azzurre. La presenza insistita del blu, variamente sfumato, si rivela essere la costante caratteristica che distingue la pittura cosmica di Paola Braglia Scarpa, anche quando vi emergono accenni di figure, come nelle nuvole fantastiche o nei cavalli che si librano leggeri nell’aria».

Paola ci guida nel suo studio per mostrarci le sue magnetiche “tele blu”.

Il colore dispiega uno stato d’animo, un orizzonte liquido tra pensiero e anima.

Lì spicca il volo, come rapito in un vortice di luce, un incantevole cavallo di nuvole.

«Alcuni anni fa poi mi sono innamorata dei cavalli, in particolare ero affezionata a un cavallo bianco, tutti pensavano fosse il “mio”. Il cavallo è simbolo di bellezza, di eleganza e di intelligenza», racconta l’artista.

«Ho unito il reale alla fantasia, al simbolo. Chi ha immaginazione può capire. In Volo nel cosmo, nella parte più alta della tela, se guardate con attenzione, appaiono anche due volti di uomo e di donna…».

Il tempo passa in un baleno, perdendosi nella vasta produzione creativa dell’artista: «Ho ancora molti lavori da mostrarvi. Sto riordinando i cassetti…».

Tra i progetti passati e futuri di Paola ci sono i calendari artistici che riproducono le sue creazioni e il desiderio di un omaggio in memoria di Ottorino Bacilieri.

Esco dall’appartamento di Paola arricchita da un incontro sincero ed affettuoso; Matteo condivide la mia stessa sensazione e aggiunge parole accorate: «Dinnanzi a un dipinto o a un’opera d’arte in generale non si può far altro che un po’ nascere e un po’ morire: si nasce quando la tela ti porta lontano e si muore un po’ quando il dipinto ti entra nel sangue. I quadri e i disegni di Paola hanno il dono di sfiorare l’essenziale senza soffocare lo spazio interiore di colui che guarda».

Oltre all’ammirazione autentica per l’arte di Paola, siamo commossi dalla generosità dell’artista, che dona all’associazione due opere: un Ippogrifo, il destriero simbolo della nostra rivista, e il Volo nel Cosmo, che abbiamo scelto per la copertina della rivista cartacea presentata a dicembre 2017. Ci affida le due tele, per impreziosire la sede del nostro Gruppo scrittori ferraresi e il secondo numero de l’Ippogrifo.

«L’arte non è per se stessi», commenta con semplicità Paola, lasciandoci un messaggio non scontato, profondo: «L’arte va donata agli altri».