Il mio viaggio attraverso me stesso

Mad.jpegParigi, aeroporto C. D. – 1/11/93 ore 19.15

Tra un paio d’ore si decolla e inizierà il mio viaggio attraverso me stesso. Attraverso l’uomo che dimora in questo corpo. Al momento non m’immagino nulla di quello che sarà; so solo che in questo mese dovrò far spesso ricorso a quelle forze che si celano nel profondo della nostra natura, e se non riuscirò a trovarle la mia mente si difenderà nascondendosi la realtà.

A tratti avverto un senso di paura e vorrei non aver mai fatto questa scelta. In altri momenti, invece, accetto semplicemente il destino che mi sono deliberatamente scelto. Certo è che amo queste situazioni di paura, di insicurezza, di non conoscenza. È il senso della scoperta, del conoscere e dell’osare (ancor più dell’avventura) la molla che mi spinge. Questa molla ha caricato i sogni e le fantasie della mia infanzia, e ancora oggi continua a spingermi come a quei tempi. Ovviamente sono cambiate le possibilità, gli oggetti e gli spazi di tali fantasie; ma quello che continuo a ritrovare è quel senso di gioia che mi prendeva nell’affrontare il non conosciuto, o i pericoli immaginari creati apposta dalla mia mente (ma allora non lo sapevo), dalla fantasia.

Forse è per questo che ora mi ritrovo qui, perché crescendo alla mia fantasia non basta più il cortile nascosto, il buio di una stanza o il piccolo bosco ai margini della città. Mi sento schiavo di questo bambino che è rimasto in me. A volte guardo con invidia coloro che trovano pace nel sedersi davanti a una televisione, nel lavare l’auto o che riescono a evadere leggendo un libro o suonando uno strumento. Io proprio non ci riesco: ho o bisogno del contatto con la natura e delle mie paure, per ritrovare le tracce che l’Uomo ha lasciato in me.

Claudio

Venerdì 26/11/93 ore 22.30 (aereo – ritorno)

Dove sono, dove sto andando? Madagascar? Ci sono stato? Mi appartiene questa esperienza? È come se un mese della mia vita fosse stato vissuto da un altro. Potrei essere in volo per qualsiasi destinazione, parte del mondo. Cosa faccio qui su questo aereo? O mio Dio, quanti distacchi dal mio tempo, dalla mia vita ho vissuto. A volte mi sento senza meta, senza patria, un uomo che vaga per il mondo sentendosi vuoto e distaccato da tutto. Perché questa voglia di viaggiare, di esplorare, di sfidare la morte, di vivere domina i miei sensi, la mia vita?

Poi, piano piano, ritorno in me. So dove sto andando e chi mi sta aspettando. In questo periodo ho vissuto molti di questi momenti destandomi la notte. Spesso ho avuto bisogno di qualche minuto per rendermi conto di dov’ ero e cosa stavo facendo. Di questo, a volte, ho avuto paura.

 

Claudio Gamberoni