Quando la Poesia è Struggente: Grillo, Dickinson, Rilke.
#NicolettaGrillo #EmilyDickinson #RainerMariaRilke
Tre autori di estrazione, nazionalità e tempi diversi ci introducono alla fine dell’estate, o per meglio dire, all’autunno. Tre visioni diverse con maestria e parole misurate portano tutte, – scrivendola o meno – ad una parola: struggente. Tra i versi della poesia e dei poeti: oggi il nostro intento di costruire ponti si sposta là, dove da sempre si costruiscono. Una breve analisi tra le parole di Grillo, Dickinson e Rilke. In fondo, i testi completi.
A introdurre è l’autrice contemporanea, italiana, Nicoletta Grillo. Da viaggiatrice si mette ad osservare: il suo io e il loro si fanno invadere dal mare. Un invasione che si fa malattia incurabile, destino.
dove il motivo che possa spiegare / quest’implacabile celeste del mare / che non è più nemmeno un colore / ma la malattia segreta / di un dio lontano
La fine dell’estate, la sua luce obliqua e un ‘isola da cui osservare il tempo che scorre, con la capacità di rinchiuderlo in tre lettere, ora. Apertamente ci introduce alla parola.
come dire: ora viviamo, ora / Questo il significato della parola: / struggente.
Emily Dickinson non è viaggiatrice, è il noi di quell’ora che è già passato, che si nutre, brevi parole e versi a gocce contate, misurano i piccoli tesori di fine stagione come preziosi momenti, il cui riconoscimento giunge tardi, troppo tardi per quell’ora. La parola struggente si fa inafferrabile.
L’estate a cui non si diede valore / I suoi facili tesori / ce lo ricorda lasciandoci
Si avvia – infila l’abito, / ci osserva con alacre sollecitudine / verso treni già lontani / incoscienti della sua sagacia
È la bellezza che ci emoziona su questa terra, fin nei piccoli dettagli ci lascia sempre a quella stessa parola, a cui torna sempre il mare. E tuttavia si riduce lo sguardo al dettaglio, al grillo dei prati.
La bellezza è fatto di natura
Si osservi le sue terre, / Si osservi tutti i mari, / Il grillo è la sua / Elegia più grande.
Rainer Maria Rilke chiude il discorso con l’eleganza di quella bellezza, morente, dall’io osservatore, le ore, l’ora del declino nel giardino del cielo.
Cadono le foglie, cadono da distanze lontane / stropicciate nel giardino del cielo; / cadono in pose sfuggenti.
È col giungere della notte, che la natura ci lascia soli per una riflessione. Anch’essa seppur ultima ci porta ancora alla parola, quella stessa emozione.
La terra poi cade nella notte / dalle stelle alla solitudine.
Tutti si cade. Anche questa mano.
Eppure c’è qualcuno, che in questa caduta / tenero eternamente ci accoglie.
-.-
Api, turisti: troppa dolcezza
in chiacchiericci pigri
sul parapetto del ponte
perso ciascuno in solitudini vischiose
(malattia stagionale di ottobre)
come falò fumanti, come quella febbre piana
che viene dall’azzurro e tutti d’improvviso a cercare
dov’è l’imbarco, la pizzeria, lastrada:
dove il motivo che possa spiegare
quest’implcabile celeste del mare
che non è più nemmeno un colore
ma la malattia segreta
di un dio lontano
come dire: ora viviamo, ora.
Questo il significato della parola
„struggente“.
(da La Pioggia che cade ieri, Nicoletta Grillo)
The summer that we did not prize L’estate a cui non si diede valore
Her treasures were so easy I suoi facili tesori
Instructs us by deperating now Ce lo ricorda lasciandoci
And recognition lazy – La pigrizia del riconoscerlo –
Bestirs itself – puts on its Coat, Si avvia – infila l’abito,
and scans with fatal promptness Ci osserva con alacre sollecitudine
For trains tha moment out of sight, Verso treni già lontani
Unconscious of his smartness Incoscienti della sua sagacia
1775
The earth has many keys. La Terra ha molti pregi
Where melody is not La musica non sempre è
Is the unknown peninsula. Si fa isola sconosciuta.
Beauty is a nature’s fact. La Bellezza è fatto di natura
But witness for her land, Si osservi le sue terre,
And witness for the sea Si osservi tutti i mari,
The cricket is her utmost Il grillo è la sua
Of elegy to me. Elegia più grande.
(da Il Giardino della Mente, Emily Dickinson) (trad. Dario Deserri)
Die Blätter fallen, fallen wie von weit, Cadono le foglie, cadono da distanze lontane
als welkten in den Himmeln ferne Gärten; stropicciate nel giardino del cielo;
sie fallen mit verneinender Gebärde. cadono in pose sfuggenti.
Und in den Nächten fällt die schwere Erde La terra poi cade nella notte
aus allen Sternen in die Einsamkeit. dalle stelle alla solitudine.
Wir alle fallen. Diese Hand da fällt. Tutti si cade. Anche questa mano.
Und sieh dir andre an: es ist in allen. Osservale: cadono tutte quante.
Und doch ist Einer, welcher dieses Fallen Eppure c’è qualcuno, che in questa caduta
unendlich sanft in seinen Händen hält. tenero eternamente ci accoglie.
(da Hundert Gedichte, Rainer Maria Rilke) (Trad. Dario Deserri)