La Poesia È Cultura. Richiede Coraggio E Programmazione.
A Jan Wagner il premio letterario più prestigioso in Germania: dopo Nora Gomringer (Ingeborg-Bachmann Preis 2015), Marcel Beyer (Büchner Preis 2016) e Marion Poschmann (finale al Leipziger Preis der Buchmesse 2016), nuova tendenza per la poesia.
Se riportata al centro dei discorsi letterari e della critica, i lettori e le vendite della poesia aumentano. Programmi, cultura, educazione. Nell’editoria del futuro occorre coraggio, pianificazione, non occhio esclusivo a denaro e indici di vendita, ma anche a promozione, marketing e istruzione, sinergia con le scuole. Il genere non è gradito alle case editrici anche in altri paesi europei, compresa la Germania. Il mercato richiede questo, si dice. Eppure un poeta, Jan Wagner, quest’anno vince nella selezione del premio in lingua tedesca più importante, il Georg Büchner Preis. Questa la notizia comunicata ufficialmente dalla Akademie für Sprache und Dichtung di Darmstadt, in Hessen, istituto che decide l’assegnazione della borsa annuale di 50.000 € e il più prestigioso del paese. Il poeta lo riceverà il 28 ottobre. Come se il Premio Strega in Italia fosse attribuito ad un libro di poesia. Se il premio dovesse essere assegnato sulla base delle vendite, dei mercati, degli accordi tra case edtirici e grande distribuzione, non potrebbe mai accadere ad un poeta.
La giuria ha giustificato la propria decisione con «la briosa proprietà di linguaggio e la maestria delle forme, la musicalità dei sensi e la sostanza intellettuale della scrittura di Jan Wagner. La parola mostra il mondo come fosse la prima volta, con fantasia e curiosità invita a posare lo sguardo sul dettaglio, sull’unicità». Continuando a leggere la lunga motivazione dell’assegnazione, si evince la convinzione, che la scrittura del quarantacinquenne Wagner, nato ad Amburgo e residente a Berlino, sia in dialogo costante con la tradizione e riesca tuttavia, ad essere attuale. Le suoi versi aprono una realtà sui fenomeni naturali a cui appartengono l’arte, l’esistenza e la storia, le grandi questioni del vivere. Lo fa in modo efficace, sintetico adatto alla velocità dei tempi, adatto ai media e alla rete. E tuttavia la questione centrale è che i libri di poesia concorrono insieme a testi di altra natura, romanzo compreso. Prosa e versi assumono per definizione pari dignitá culturale e sociale. Negli ultimi decenni è accaduto solo nel caso del Nobel, si pensi al premio a Thomas Tranströmer o a Wisława Szymborska
Per essere letto uno scrittore necessita di autorità, di riconoscimento, non solo di vendite. Se un autore come Bob Dylan riceve lo stesso premio ricevuto da Montale, Mann o Walcott, così con il Büchner Preis a Wagner, si riconosce alla poesia la stessa dignità culturale di altri generi. Non accade da tanto tempo. Lo stesso premio hanno ricevuto autori quali Gottfried Benn (1951), Erich Kästner (1957), Heinrich Böll (1967), Hermann Kesten (1974) e Friedrich Dürrenmatt (1986).
Questo è il metodo per smuovere coscienze, incuriosire. Divulgare un genere rimasto isolato per decenni, rinchiuso in una nicchia di letterati ed amanti del verso. Il tempo tuttavia cambia le cose, internet ha aumentato la velocità e il ritmo delle nostre vite. Leggere è diventato un lusso per molti, come il nostro tempo libero. In fin dei conti istruire il lettore medio alla lettura, significa anche leggere testi adatti ad una esistenza frenetica. Un autore di poesia ancora non può sperare nei risultati (soprattutto economici) a cui un romanziere o un saggista può ambire e tuttavia dal 2015, al centro d’Europa qualcosa sta cambiando. Ed è un buon inizio.
Cotognata.
quando ottobre le appende ai rami
come rotonde lanterne, è giusto il tempo:
raccogliere cotogne, trascinarle nei cesti
gialle in cucina
sotto acqua fresca. mele e pere mature
fin nel nome, di una pura dolcezza
diverse le mele sul cotogno
nell’angolo remoto
del mio alfabeto, il latino del giardino,
duro, straniero nell’aroma. Tagliare
fette, estrarre noccioli (quattro grandi
mani, due minute)
sfoca nel vapore di uno spremiagrumi, si danno
zucchero, calore, sforzi per qualcosa che
crudo al palato si nega. Chi può o vuole
comprendere una mela cotogna,
gelatinosa, in vasi capienti per i
giorni più scuri allineati
su mensole, in un ripostiglio per giorni, in cui
brillarono, brillano.
(trad. Dario Deserri)
Aus: Achtzehn Pasteten / “QuittenPastete”
Berlin : Berlin Verlag, 2007
© Berlin Verlag
Jan Wagner è nato nel 1971 ad Amburgo ed è cresciuto ad Ahrensburg, Schleswig-Holstein. Ha studiato Anglistica all’Università di Amburgo, al Trinity College di Dublino e alla Humboldt-Universität di Berlino. La produzione comprende poesia, saggi, critica e traduzione. Nel 2001 debutta con Probebohrungen im Himmel, seguono poi Guerickes Sperling (2004), Achtzehn Pasteten (2007), Australien (2010). Il suo Regentonnenvariationen vince nel 2014 il Leipziger Buchpreis, anch’esso per la prima volta ad un poeta.
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